Il Sannio Festival della Voce e della Canzone Napoletana Inedita si è concluso con un tripudio di talenti e un omaggio alla tradizione, celebrando la ricchezza e l’evoluzione di un patrimonio musicale secolare.
La quinta edizione, promossa dal Conservatorio Statale di Musica Nicola Sala di Benevento, si è rivelata un crocevia di artisti emergenti e figure di spicco del panorama canoro napoletano, sostenuta dalla Fondazione Sergio Bruni e magistralmente condotta da Sara Giglio ed Enzo Esposito.
Al centro dell’attenzione, il concorso per voci nuove, che ha visto Elena Vittoria trionfare con l’interpretazione toccante di “Na femmena che canta”, un brano di Angelo De Domenico che ha saputo catturare l’essenza emotiva della canzone napoletana.
Il duo Serena Di Palma e Fiorenzo Capasso si è distinto per la loro performance impeccabile, conquistando il secondo posto, mentre Giuseppe Di Franco ha completato il podio.
Parallelamente al concorso inediti, la commissione giudicatrice, composta da nomi illustri come Carlo Berton, Mario Castiglia, Luigi Ottaiano, Diego Paura, Gino Rivieccio, Antonello Rondi ed Enzo Sorrentino, ha attribuito il prestigioso Premio Sergio Bruni per la migliore esecuzione di un brano edito a Serena Di Palma e Fiorenzo Capasso per la loro intensa interpretazione di “Che t’aggia dì”.
Elena Vittoria e Luciano Salvetti hanno ottenuto il secondo posto, mentre la Piccola Orchestra C.
O.
Panzillo si è aggiudicata la terza posizione.
La kermesse, nata dalla visione del presidente Nazzareno Orlando e del direttore Giuseppe Ilario, ha offerto un programma variegato, che ha abbracciato la canzone napoletana in tutte le sue sfaccettature.
Un momento significativo è stata la presentazione del volume “La canzone napoletana in radio – Storia, politica e programmazione musicale dal 1926 al 1952”, un’opera di Luigi Ottaiano e Nadia Sodano che traccia un affascinante percorso attraverso la trasmissione e l’influenza della musica napoletana nel contesto radiofonico del dopoguerra, svelandone dinamiche sociali e politiche.
Oltre alla musica, il festival ha onorato la figura del maestro Claudio Mattone, autore del saggio “Scrivere in napoletano [decentemente]”, con il conferimento del Diploma accademico honoris causa in Canzone classica napoletana, a testimonianza del suo contributo alla salvaguardia e alla promozione della lingua e della cultura napoletana nel mondo.
La manifestazione ha offerto un’occasione unica per riflettere sul ruolo cruciale della canzone napoletana come espressione identitaria e veicolo di emozioni universali, rafforzando il legame con le proprie radici e proiettandosi verso il futuro con rinnovato entusiasmo.







