L’interrogativo sull’opportunità di imporre dazi doganali non è un quesito retorico, bensì una constatazione di una decisione già assunta, un percorso tracciato.
L’Unione Europea, in questo contesto, ha dimostrato di saper negoziare e strutturare accordi commerciali a livello mondiale, generando risultati tangibili, quantificabili e verificabili attraverso dati concreti.
Non si tratta quindi di rimpiangere una scelta non fatta, ma di analizzare criticamente e con spirito costruttivo l’esistente.
La sfida attuale, come evidenziato dal Vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Raffaele Fitto durante la conferenza “Cambio di paradigma” a Napoli, risiede nella gestione del complesso rapporto commerciale con gli Stati Uniti e nell’esplorazione di nuove opportunità di apertura verso i mercati globali.
Questa apertura, tuttavia, non deve essere intesa come un’abbandono dei principi e degli interessi europei, ma come un’opportunità per creare una concorrenza leale e sostenibile, promuovendo al contempo l’innovazione e la crescita economica.
La discussione sui dazi non può isolarsi dal più ampio quadro delle relazioni internazionali e degli equilibri geopolitici.
Le politiche commerciali, infatti, sono sempre più influenzate da fattori come la sicurezza nazionale, la tutela dell’ambiente, i diritti del lavoro e la transizione verso un’economia più sostenibile.
Un’apertura indiscriminata ai mercati, senza adeguate salvaguardie e meccanismi di compensazione, potrebbe infatti compromettere la competitività delle imprese europee, erodere i posti di lavoro e minare la coesione sociale.
È cruciale, dunque, sviluppare una strategia commerciale europea che tenga conto non solo degli aspetti economici, ma anche di quelli sociali e ambientali.
Un approccio olistico, che integri la diplomazia, la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la cooperazione internazionale, è essenziale per affrontare le sfide del futuro e costruire un sistema commerciale globale più equo, prospero e sostenibile.
La chiave sta nel trovare un equilibrio tra l’apertura ai mercati e la protezione degli interessi strategici dell’Europa, preservando al contempo i suoi valori e i suoi principi fondamentali.
L’analisi dei dati esistenti sui dazi, e la loro evoluzione nel tempo, deve fornire elementi utili per orientare le scelte future, garantendo una crescita inclusiva e duratura per tutti i cittadini europei.








