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venerdì 24 Ottobre 2025

Libertà di Stampa a Rischio: L’Allarme del Giornalismo

L’era contemporanea è segnata da una crescente erosione della libertà di stampa, un fenomeno che Jeremy Bowen, veterano corrispondente di guerra della BBC, ha magistralmente delineato durante la prestigiosa Lecture del Prix Italia.

Il quadro che emerge è quello di un mondo in cui i detentori del potere, siano essi leader politici o figure influenti, ricorrono sempre più frequentemente a strategie per manipolare la narrazione e sopprimere verità scomode, una pratica esemplificata dalle azioni di Donald Trump e consacrata nell’epoca della *post-verità*.
Bowen, testimone diretto di conflitti in Ucraina, Gaza e Iraq, ha evidenziato come l’avvento dei social media abbia esacerbato il contrasto tra la stampa e il potere.
La celebre frase incisa sulla statua di George Orwell – “Se la libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alle persone ciò che non vogliono sentire” – risuona oggi come un monito allarmante: le nostre libertà fondamentali sono a rischio quando questa prerogativa viene compressa.

La tendenza a distorcere o nascondere la verità, lungi dall’essere una novità, affonda le sue radici nella storia del potere.
I leader, fin dalle origini, hanno sfruttato la capacità di plasmare la percezione pubblica per consolidare la propria autorità.
La sfida cruciale per il giornalismo odierno non è semplicemente contestare le affermazioni dei potenti, ma decostruirle, analizzandone le implicazioni reali e svelandone le motivazioni sottostanti.
La menzogna, quando individuata, deve essere denunciata con chiarezza e precisione.

Il metodo per affrontare questa complessa realtà, secondo Bowen, si radica nella pratica del giornalismo sul campo, un ritorno alle fondamenta del mestiere.

L’esperienza diretta, l’osservazione oculare, l’ascolto attento, sono strumenti imprescindibili per discernere la verità dalla manipolazione.
L’utilizzo di tecniche di *open-source intelligence* è certamente utile, ma non può sostituire la presenza fisica, l’interazione diretta con le persone coinvolte, la capacità di interpretare il contesto.

L’esperienza di collaboratori locali, come i giornalisti palestinesi a Gaza, si rivela inestimabile, ma anche in questi casi, la testimonianza diretta rimane fondamentale.

La ricerca della verità, in un’epoca di *fake news* e informazioni distorte, è un percorso arduo e rischioso, che richiede coraggio, competenza e un profondo senso di responsabilità.

Il giornalismo, in questa ottica, non è solo un mestiere, ma un servizio essenziale per la salvaguardia della democrazia e per la tutela dei diritti umani.

La voce del giornalista, libera e indipendente, rappresenta l’ultima difesa contro l’oppressione e la menzogna.

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