16 marzo 2024 – 13:45
Il 16 marzo di ogni anno, l’Italia commemora il tragico rapimento del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro ad opera di un gruppo delle Brigate Rosse. Quel giorno, quarantasei anni fa, mentre si dirigeva verso il parlamento per assistere alla presentazione del governo di Giulio Andreotti, l’auto di Moro fu bloccata in via Mario Fani a Roma da un nucleo armato delle Brigate Rosse. In pochi istanti, sparando con armi automatiche, i brigatisti uccisero i due carabinieri a bordo dell’auto di Moro, Oreste Leonardi e Domenico Ricci, insieme ai tre poliziotti che lo scortavano: Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Successivamente procedettero al sequestro dell’onorevole Moro.Questo evento sconvolgente ha segnato profondamente la storia politica italiana, generando una ferita ancora aperta nella memoria collettiva del paese. Il rapimento e l’uccisione dei membri delle forze dell’ordine hanno evidenziato la brutalità e la determinazione estrema di gruppi terroristici come le Brigate Rosse.Aldo Moro era un politico di grande levatura morale e intellettuale, impegnato nel cercare soluzioni pacifiche per contrastare il terrorismo rosso che insanguinava l’Italia negli anni ’70. Il suo rapimento rappresenta uno dei momenti più bui della storia recente del nostro paese, simbolo della lotta tra democrazia e violenza.Ogni anno, la ricorrenza di questo tragico episodio ci invita a riflettere sull’importanza della memoria storica e sulla necessità di difendere i valori democratici contro ogni forma di estremismo e terrorismo. Aldo Moro rimane un simbolo indelebile della ricerca della pace e della convivenza civile in un contesto segnato dalla violenza e dall’intolleranza. La sua figura continua a ispirare nuove generazioni a impegnarsi per costruire un futuro migliore basato sul rispetto reciproco e sulla solidarietà.
