Nel prossimo anno, previsto un aumento del PIL e una diminuzione del tasso di disoccupazione in Italia.

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14 marzo 2024 – 09:13

L’occupazione in Italia nel 2023 registra una significativa crescita di 481mila unità rispetto all’anno precedente, trainata principalmente dall’aumento dei contratti a tempo indeterminato. In particolare, si osserva un incremento dell’occupazione femminile e un consolidamento del trend di invecchiamento della forza lavoro, con la fascia degli over 50 che supera i 9,4 milioni di occupati, registrando un aumento di 418mila unità rispetto al 2022 e raddoppiando i dati storici del 2004 quando erano 4,85 milioni.Il mercato del lavoro post-pandemia si conferma dinamico, con il numero complessivo di occupati che raggiunge quota 23 milioni e 580mila persone, il livello più alto mai registrato dalle serie storiche a partire dal 2004. Al contempo, il numero di disoccupati scende sotto i due milioni, attestandosi a 1 milione e 947mila individui (-81mila). Il tasso di occupazione sale al 61,5%, mentre quello di disoccupazione scende al 7,7%.Nel Mezzogiorno si registra un aumento maggiore del tasso di occupazione rispetto al resto del Paese; tuttavia, l’area continua a evidenziare una distanza significativa rispetto al Nord, con solo il 48,2% di occupati tra i 15 e i 64 anni contro il tasso medio del Nord pari al 69,4%. Le disparità sono evidenti soprattutto guardando all’occupazione femminile: ad esempio Bologna presenta un tasso del 69,4%, mentre Caltanissetta si attesta al solo 23,1%, con oltre quarantasei punti percentuali di differenza.A livello nazionale l’occupazione femminile raggiunge il record storico del 52,5%, pur rimanendo distante quasi diciotto punti percentuali rispetto a quella maschile (70.4%) e ancor più lontana dalla media europea (64.9% nel 2022). Queste differenze territoriali riflettono situazioni molto disparate: vi è infatti una differenza superiore ai trenta punti percentuali tra regioni come l’Emilia Romagna e la Sicilia.Il Ministro del Lavoro Marina Calderone ha accolto positivamente i dati sull’occupazione come testimonianza della direzione intrapresa dal governo a sostegno dei lavoratori e delle imprese. Tuttavia ha sottolineato alcune criticità legate alla discrepanza tra le competenze richieste dalle imprese e le qualifiche dei lavoratori disponibili sul mercato.I sindacati hanno espresso pareri diversi: la Uil ha evidenziato la persistenza delle disuguaglianze di genere e territoriali nonostante i risultati positivi; la Cisl ha invece sottolineato l’aumento dell’occupazione stabile per le donne. Nel dettaglio si registra un incremento significativo dei posti di lavoro a tempo indeterminato nel corso del 2023 (+491mila), dovuto sia alla permanenza più prolungata in azienda (soprattutto per fasce d’età avanzate) sia alla volontà delle imprese di fidelizzare i dipendenti tramite contratti stabili.Inoltre si osserva un aumento dei lavoratori autonomi (+62mila unità) che superano quota cinque milioni mentre gli occupati con contratto a termine diminuiscono (-73mila) scendendo sotto i tre milioni. I dipendenti permanenti ammontano a circa quindici milioni e mezzo. La fiducia nella possibilità di trovare lavoro cresce: diminuiscono gli scoraggiati e aumenta la ricerca attraverso i centri pubblici per l’impiego.Infine si nota una diminuzione degli inattivi tra i quindici ei sessantaquattro anni (-468mila unità) così come dei disoccupati da lungo periodo ovvero coloro che cercano lavoro da oltre dodici mesi.

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