Il sipario si alza sull’Arena di Verona, non solo teatro di storia, ma palcoscenico di una rilettura monumentale del *Nabucco* verdiano, evento inaugurale del Festival 2025. Un’impresa scenica che trascende la mera rappresentazione operistica, configurandosi come un’esaltazione dell’ingegno umano e del patrimonio culturale italiano. Quattrocento artisti – interpreti, musicisti e maestranze – si fondono in un’orchestra visiva e sonora, un ecosistema creativo pulsante, orchestrato dalla visione del regista Stefano Poda. Centoventi musicisti, settecento figure professionali al servizio dello spettacolo, e un complesso sistema di riprese cinematografiche, che impiega droni e steadycam per catturare ogni sfumatura emotiva e ogni dettaglio scenografico, amplificando l’esperienza del pubblico, composto da un migliaio di spettatori ogni sera.La regia di Poda non si limita a riproporre il dramma biblico di Verdi, ma lo proietta in una dimensione contemporanea, risonante con le tensioni del presente. L’opera, con le sue tematiche di oppressione, esilio e speranza, assume un significato particolarmente intenso in un’epoca segnata da conflitti globali e da profonde disuguaglianze. Il *Nabucco*, da canto suo, diventa metafora della lotta per la libertà e della resilienza dello spirito umano.Il cast stellare è guidato dal baritono Amartuvshin Enkhbat, interprete di Nabucco con una potenza vocale e una profondità interpretativa che incantano. Anna Pirozzi, Roberto Tagliavini, Francesco Meli e Vasilisa Berzhanskaya completano un ensemble di voci di altissimo livello, in grado di comunicare con intensità l’angoscia e la grandezza dei personaggi verdiani. A dirigere l’Orchestra e il Coro della Fondazione Arena, il maestro Pinchas Steinberg, che celebra un venticinquennale di attività con questa interpretazione, confermando la sua profonda conoscenza del repertorio verdiano e la sua capacità di valorizzare le sue qualità espressive.L’evento, trasmesso in prima serata su Rai3 nell’ambito della Giornata Mondiale della Musica, si configura come un atto di celebrazione del patrimonio culturale italiano e come un omaggio alla forza della musica come linguaggio universale. Come sottolinea il sottosegretario Gianmarco Mazzi, la scelta del *Nabucco* a simbolo dell’evento rappresenta un riconoscimento dell’importanza dell’opera lirica come espressione artistica di valore inestimabile. Fabrizio Zappi, direttore di Rai Cultura, ne coglie la rilevanza emotiva e concettuale, evidenziando come la narrazione verdiana, con la sua profonda riflessione sull’oppressione e sulla speranza, risuoni con particolare intensità nel contesto attuale, offrendo spunti di riflessione e di consolazione in un mondo segnato da conflitti e incertezze. L’evento, dunque, non è solo una rappresentazione artistica, ma un’esperienza culturale condivisa, un ponte tra passato e presente, tra tradizione e innovazione.
Arena di Verona: *Nabucco* verdiano, un’esperienza monumentale.
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