domenica, 15 Giugno 2025
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Arresto per l’omicidio Telegrafo: luce sulla faida a Bari

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A dieci anni dalla tragica scomparsa di Nicola Telegrafo, un’operazione della squadra mobile di Bari, supportata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’arresto di cinque individui, ponendo fine a una lunga e complessa indagine sull’omicidio maturato nel cuore del quartiere Carbonara. L’esecuzione dei mandati di arresto segna un capitolo cruciale nella ricostruzione di un evento cruento, radicato in una feroce faida che lacerava la città.Luigi Guglielmi, figura di spicco all’interno del gruppo criminale Di Cosola, è accusato di essere il mandante dell’omicidio. Si ritiene che abbia orchestrato il piano per eliminare Telegrafo, sfruttando la dinamica conflittuale che all’epoca contrapponeva il suo clan a quello degli Strisciuglio. Nicola Telegrafo, in quel momento reggente del clan Strisciuglio a causa della detenzione dei vertici, rappresentava un bersaglio strategico in questa disputa per il controllo del territorio e delle attività illecite.L’esecuzione materiale del delitto è attribuita a Giuseppe Cacucci e Nicola Lorusso, quest’ultimo noto con il soprannome “Barboncino”. Lorusso, secondo le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, avrebbe materialmente sparato le sei colpi di revolver che hanno causato la morte di Telegrafo, ricorrendo persino all’uso di un giubbotto antiproiettili per alterare la percezione della sua corporatura. Cacucci, a bordo del veicolo di fuga, avrebbe garantito una rapida evasione.Porzia De Sario e Vito Francavilla, detto “Vitino il nero”, sono accusati di aver fornito un supporto logistico e di pianificazione cruciale nella preparazione del delitto, agendo come anelli di congiunzione tra i diversi soggetti coinvolti. Le loro confessioni, rese in qualità di collaboratori di giustizia, hanno permesso agli investigatori di ricostruire con maggiore precisione le dinamiche che hanno portato all’omicidio e di confermare le ipotesi investigative iniziali.L’operazione ha permesso di recuperare l’arma dell’omicidio, seppur smontata e occultata, testimonianza tangibile della meticolosità e della premeditazione che hanno caratterizzato la pianificazione del delitto. La ricostruzione del percorso criminale ha rivelato come la faida tra Di Cosola e Strisciuglio si sia intensificata, alimentando una spirale di violenza che ha avuto in Nicola Telegrafo una delle sue vittime più tragiche.Oltre agli arrestati, risultano indagate altre tre persone, tra cui Saverio Lorusso, padre di Nicola, sospettato di aver occultato l’arma del delitto. Le accuse contestate a tutti gli arrestati includono omicidio doloso, porto e detenzione illegale di armi, ricettazione e associazione a delinquere di stampo mafioso, aggravate dalla natura criminale dell’organizzazione. Questo sviluppo rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e un segnale di speranza per la comunità di Bari, ancora segnata dalla memoria di questo tragico evento. L’inchiesta prosegue, con l’obiettivo di fare piena luce su tutti i dettagli e di assicurare alla giustizia tutti i responsabili.

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