La comunità greco-ortodossa di Sant’Elia, ai margini di Damasco, ha subito un attacco devastante durante la celebrazione domenicale, un evento che ha squarciato il fragile tessuto della convivenza in una Siria già martoriata da anni di conflitto. Un commando armato ha aperto il fuoco sulla congregazione, scatenando il panico e la disperazione, per poi essere seguito da una potente esplosione che ha ridotto in macerie l’edificio sacro. Il bilancio, provvisorio, è di almeno venti vittime e oltre cinquanta feriti, un macabro tributo alla violenza estremista.Le autorità siriane hanno rapidamente attribuito la responsabilità dell’attentato all’ISIS, identificando l’attentatore come un affiliato al gruppo terroristico. Questo episodio non è un evento isolato, ma si inserisce in una serie di atti di rappresaglia perpetrati contro figure e realtà che, nella visione distorta dell’ISIS, rappresentano una deviazione dai principi dell’estremismo religioso.Al centro di questa dinamica si colloca la figura di Ahmad Sharaa, una personalità controversa che ha cercato un approccio pragmatico alla ricostruzione della Siria, mirando a ottenere il riconoscimento e la collaborazione dell’Occidente. Questa strategia, volta a promuovere un futuro di pace e stabilità, lo ha reso un bersaglio per le frange più radicali dell’Islam politico, che lo accusano di “apostasia” per aver perseguito il dialogo interreligioso e la tutela dei diritti delle minoranze religiose e sociali.L’attacco alla chiesa di Sant’Elia, quindi, non è solo un atto di terrorismo indiscriminato, ma anche un tentativo di intimidazione nei confronti di chi, come Sharaa, cerca di costruire ponti e di promuovere una Siria inclusiva e aperta al mondo. L’episodio solleva interrogativi profondi sulla natura del terrorismo, sulle sue motivazioni ideologiche e sulle sue conseguenze devastanti per le popolazioni civili. Evidenzia, inoltre, la complessa e intricata rete di alleanze e rivalità che caratterizzano il conflitto siriano, dove la ricerca di una soluzione pacifica si scontra con l’intransigenza di gruppi estremisti che rifiutano ogni forma di compromesso e perseguitano chiunque osi sfidare la loro visione del mondo. La resilienza della comunità cristiana siriana, e la sua capacità di ricostruire non solo la propria fede ma anche il tessuto sociale, rappresentano una sfida cruciale per il futuro del paese.