La disputa legale in corso tra Banco BPM e Unicredit si intensifica, con i legali della banca lombarda al lavoro per formulare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio. L’oggetto del contendere è il rinvio di un mese, concesso dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob) all’offerta pubblica di scambio (OPA) di Unicredit nei confronti di Banco BPM. L’azione legale, che potrebbe essere presentata in via preliminare prima della riunione del consiglio di amministrazione prevista per il 27 maggio a Verona, riflette una profonda divergenza di vedute sul legittimo esercizio del potere regolatorio e sull’impatto che le decisioni amministrative hanno sugli interessi economici in gioco.La Consob ha sospeso il termine dell’OPA, inizialmente prevista, adducendo la necessità di valutare l’esito di un’istanza di autotutela presentata da Unicredit al governo, in relazione all’esercizio del potere di “golden power”. Quest’ultimo, uno strumento di controllo pubblico sulle partecipazioni in settori strategici, ha sollevato dubbi e incertezze, impedendo, a detta della Consob, la formazione di un giudizio ragionato e informato da parte degli azionisti coinvolti.Banco BPM contesta vigorosamente questa decisione, definendola “abnorme” e di “assoluta gravità”. La banca argomenta che il rinvio, sommato al periodo di adesione già previsto dalla legge, estende in maniera eccessiva i tempi dell’offerta, superando i parametri di operazioni comparabili. Questa dilazione, secondo BPM, aggrava la situazione di restrizione operativa e strategica in cui l’istituto si trova dal novembre precedente, a causa della cosiddetta “passivity rule” imposta in precedenza. La “passivity rule”, un ulteriore limite all’azione di BPM, ha imposto una sostanziale impossibilità di agire strategicamente sul mercato, penalizzando tutti i soggetti coinvolti, azionisti in primis.La questione sollevata da questa controversia non si limita a una mera disputa legale tra due banche. Essa tocca principi fondamentali del diritto amministrativo, come il rispetto dei principi di ragionevolezza, proporzionalità e imparzialità nell’esercizio del potere regolatorio. Inoltre, evidenzia l’importanza cruciale del potere di “golden power” e le sue implicazioni per la governance delle società quotate e per la stabilità del sistema finanziario. Il ricorso di Banco BPM rappresenta, quindi, un tentativo di riaffermare il diritto di agire liberamente nel mercato e di contrastare decisioni amministrative percepite come eccessivamente restrittive e dannose per gli interessi di tutti gli stakeholder. Il TAR del Lazio sarà chiamato a valutare attentamente le argomentazioni di entrambe le parti, soppesando l’interesse pubblico alla stabilità del sistema finanziario con il diritto di Banco BPM ad operare in condizioni di parità e trasparenza.
Banco BPM contro Unicredit: Battaglia Legale sul TAR del Lazio
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