La recente proposta di legge regionale presentata in Basilicata da Alessia Araneo e Viviana Verri del Movimento 5 Stelle, mira a innescare un cambio di paradigma nell’approccio alla gestione delle patologie croniche femminili spesso misconosciute e sottovalutate, quali l’endometriosi, la vulvodinia e la neuropatia del pudendo. L’iniziativa si configura come un intervento strutturale volto a garantire un accesso equo e tempestivo a cure specialistiche e a promuovere una maggiore consapevolezza a livello regionale.Al cuore della proposta risiede la creazione di un osservatorio regionale dedicato a tali condizioni, non solo come punto di riferimento per la diagnosi e la terapia, ma anche come motore di innovazione nella ricerca e nella formazione continua del personale sanitario. Questo osservatorio, potenziato da un registro regionale centralizzato, non si limiterà alla mera raccolta di dati clinici, ma ambirà a creare una banca dati complessa, capace di correlare i dati demografici, i fattori di rischio, le risposte terapeutiche e l’impatto sulla qualità della vita delle pazienti. Tale approccio multidisciplinare consentirà di affinare le linee guida diagnostiche e terapeutiche, personalizzando gli interventi e ottimizzando l’allocazione delle risorse.L’obiettivo primario è quello di alleviare il carico assistenziale e psicologico che grava sulle pazienti e sulle loro famiglie, spesso costrette a percorrere un lungo e frustrante iter diagnostico, caratterizzato da ritardi, errori e trattamenti inefficaci. La proposta di legge si prefigge di colmare questa lacuna, garantendo l’accesso a percorsi diagnostici e terapeutici dedicati, basati sulle più recenti evidenze scientifiche e sulle migliori pratiche cliniche.Al di là dell’immediato impatto sulla salute delle pazienti, l’iniziativa mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a promuovere una cultura della consapevolezza rispetto a queste patologie, che spesso vengono considerate “invisibili” a causa della loro natura cronica, invalidante e del tabù che ancora circonda la salute sessuale femminile. La creazione di un registro regionale non è solo uno strumento di monitoraggio epidemiologico, ma anche un potente mezzo per dare voce alle pazienti, contrastare la disinformazione e promuovere la ricerca scientifica.Verri ha sottolineato come la proposta di legge rappresenti un’azione concreta per colmare una carenza legislativa a livello nazionale, aprendo un importante dibattito culturale e sociale. L’auspicio è che l’iter parlamentare possa essere rapido e che la Basilicata possa diventare un modello virtuoso per altre regioni, dimostrando come un approccio proattivo e multidisciplinare possa fare la differenza nella vita di migliaia di donne. L’obiettivo finale è quello di trasformare la sofferenza in speranza, la malattia in opportunità di ricerca e l’invisibilità in piena visibilità.
Basilicata: Osservatorio regionale per le malattie croniche femminili
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