La scoperta e la successiva disattivazione di un ordigno bellico risalente alla Seconda Guerra Mondiale a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, ha messo in luce la persistente eredità materiale di un conflitto globale che ha segnato profondamente il territorio italiano. La bomba d’aereo, di fabbricazione statunitense, pesava circa 53 chilogrammi, con una carica esplosiva di 26 chilogrammi di tritolo, una quantità significativa capace di provocare danni estesi. L’intervento, condotto con la precisione e l’esperienza acquisita dagli artificieri del reggimento genio ferrovieri di Castel Maggiore, ha richiesto un’organizzazione complessa e una pianificazione meticolosa, coordinate dalla Prefettura di Bologna e dal Comando Forze Operative Nord dell’Esercito. La natura precaria delle condizioni di conservazione dell’ordigno, tipiche di manufatti abbandonati per decenni nel sottosuolo, ha imposto una doppia fase operativa. La prima, eseguita durante le ore notturne, si è concentrata sulla delicata rimozione dei sistemi di innesco, un’operazione che esige competenza specialistica e un’analisi approfondita dei meccanismi di detonazione, spesso compromessi da agenti atmosferici e dalla corrosione. La seconda fase, svolta nelle prime ore del mattino, prevedeva il trasporto controllato dell’ordigno disarmato e il successivo brillamento in un sito appositamente designato, lontano da centri abitati e infrastrutture critiche.Per minimizzare l’impatto sulla comunità, è stata disposta la chiusura temporanea di un tratto strategico dell’autostrada A1, un’arteria di collegamento fondamentale tra Bologna e Firenze, e di strade limitrofe. La scelta di operare durante le ore notturne è stata dettata dall’obiettivo di limitare al minimo i disagi per la circolazione veicolare, dimostrando la sensibilità delle autorità nei confronti delle esigenze della popolazione.L’episodio si inserisce in un quadro più ampio di attività di bonifica del territorio che gli specialisti dell’Esercito di Castel Maggiore conducono quotidianamente. La loro area di competenza, che si estende su un vasto territorio comprendente le regioni Marche e Umbria e le province di Bologna, Forlì-Cesena, Rimini e Firenze, testimonia la necessità di un impegno costante per rimuovere le tracce di un passato bellico che ancora oggi presenta rischi per la sicurezza. Da inizio anno, il reggimento ha già neutralizzato un numero considerevole di ordigni, con una media di circa 150 interventi e la distruzione di oltre 580 esplosivi, evidenziando la portata del lavoro svolto e la sua importanza per la salvaguardia del territorio e la tutela della cittadinanza. La presenza di queste bombe d’aereo, spesso sepolte sotto strati di terra e dimenticate, costituisce un’eredità complessa da gestire, richiedendo non solo competenze tecniche specialistiche, ma anche una costante attenzione alla sicurezza e una profonda consapevolezza del peso storico e umano di tali eventi.
Bomba d’epoca disinnescata a Casalecchio: eredità di guerra rimossa.
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