Il risveglio di Cinecittà: una rinascita strategica per l’industria culturale italianaCinecittà, da troppo tempo soffocata da dinamiche burocratiche obsolete e investimenti insufficienti, sta vivendo una profonda trasformazione. Il recente passato, segnato da una gestione che ne ha compromesso il ruolo di fulcro della produzione audiovisiva italiana, contrasta nettamente con il dinamismo che la contraddistingue oggi. Questo cambiamento radicale, sottolineato dal Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, non è frutto del caso, ma di una governance mirata e di una visione strategica che ha saputo liberare il potenziale dormiente del “mostro sacro” del cinema italiano.L’accusa di una gestione passata “sovietica”, con i suoi intricati processi decisionali e la mancanza di visione, è esplicita e mira a contrastare l’immagine di un’istituzione bloccata e inefficiente. L’arrivo di Manuela Cacciamani nel ruolo di Amministratore Delegato ha rappresentato un punto di svolta. La due diligence iniziale ha permesso di analizzare a fondo la situazione e avviare un dialogo costruttivo con il Ministero e con il Mef, rompendo con l’isolamento precedente.Il focus non è solo sulla quantità di produzioni, ma sulla loro qualità e rilevanza culturale. Il Ministro Giuli ha evidenziato un’inversione di tendenza rispetto a un passato caratterizzato da produzioni limitate e poco rappresentative della ricchezza culturale italiana. L’incontro con Ted Sarandos, CEO di Netflix, a testimonianza di questo, ha evidenziato non solo l’interesse dell’azienda verso la produzione italiana, ma anche la volontà di collaborare per raccontare storie autentiche, radicate nella tradizione e nell’identità del Paese. L’aneddoto, sebbene possa apparire come un misunderstanding, rivela un desiderio condiviso di valorizzare il patrimonio culturale italiano.L’attenzione si estende anche ai nuovi talenti, con l’intenzione di incentivare opere prime e progetti giovanili, riconoscendo il valore intrinseco dell’innovazione e della freschezza creativa. La menzione di Mel Gibson e del suo desiderio di girare a Cinecittà, insieme alla volontà di riformulare il tax credit per premiare le produzioni di qualità e sostenere i giovani autori, sottolinea un impegno concreto verso il futuro dell’industria cinematografica italiana. Si intende distinguere le produzioni reali e significative da quelle superficiali e speculative.L’impegno della nuova governance non si limita all’interno degli studi, ma si proietta verso il territorio, con l’obiettivo di rilanciare via Veneto come simbolo del cinema italiano e attrattiva internazionale. La volontà di trasformare via Veneto in una vetrina di eccellenza cinematografica riflette un’ambizione più ampia: restituire a Cinecittà un ruolo di primo piano nell’industria audiovisiva globale, un motore di crescita economica e di promozione dell’immagine dell’Italia nel mondo. L’auspicio è che l’arrivo di un nuovo Comune possa contribuire a realizzare questo progetto, affiancando l’impegno di Cinecittà e del Ministero della Cultura. La rinascita di Cinecittà non è solo una questione di investimenti economici, ma soprattutto di visione strategica e di valorizzazione del talento italiano.
Cinecittà rinasce: una svolta strategica per il cinema italiano
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