L’ombra della corruzione elettorale si allunga su Puglia e su diversi comuni, con un’inchiesta giudiziaria che coinvolge figure di spicco della politica locale e che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per diciotto persone. Al centro del procedimento, un presunto sistema strutturato per manipolare il risultato di elezioni amministrative, non solo nel Comune di Grumo Appula, ma anche a Triggiano e in contesti regionali, nel periodo compreso tra il 2020 e il 2021. La vicenda, in corso dinanzi al giudice unico del Tribunale di Bari, Susanna De Felice, solleva interrogativi profondi sulla trasparenza dei processi democratici e sulla gestione del potere a livello locale.L’indagine si concentra sul ruolo di Alessandro Cataldo, fondatore del movimento “Sud al Centro”, e sua moglie, Anita Maurodinoia, ex assessora regionale ai Trasporti, la cui carriera politica si è interrotta bruscamente con le dimissioni dall’incarico e dal partito a seguito dell’arresto del marito. Cataldo è accusato di essere l’architetto di un sistema volto a procurare voti in cambio di denaro o favori, un meccanismo che avrebbe distorto la volontà popolare. Maurodinoia, soprannominata “Lady preferenze” per la sua significativa raccolta di voti nelle elezioni comunali di Bari nel 2019 e nelle successive elezioni regionali, è accusata di aver partecipato attivamente a questo sistema, delegando al marito il compito di gestire i contatti con gli altri membri dell’ipotetica associazione e con gli elettori. L’accusa ipotizza che Maurodinoia, candidata alle Regionali in coppia con Nicola Lella, abbia perseguito il proprio tornaconto elettorale attraverso l’adesione a questa presunta organizzazione.La mancata costituzione di parte civile da parte della Regione Puglia e del Comune di Grumo Appula, nonostante una proposta avanzata dal sindaco, ha suscitato scompiglio e solleva interrogativi sulla responsabilità delle istituzioni locali di fronte a tali accuse. Diverse entità, tuttavia, hanno scelto di costituirsi parte civile, tra cui un maresciallo della Guardia di Finanza (vittima di calunnie), l’ASL Bari (coinvolta nella presunta falsificazione di certificati medici) e il Comune di Triggiano. Anche un circolo del Partito Democratico, insieme a un candidato sindaco sconfitto a Grumo Appula, Francesco Rutigliano, hanno manifestato la volontà di partecipare al processo come parte civile.L’inchiesta non si limita a Grumo Appula, estendendosi a Triggiano e sollevando dubbi sulla validità di altre elezioni regionali. La gravità delle accuse, che contemplano il reato associativo, evidenzia la potenziale portata del sistema di corruzione presunto, un sistema che avrebbe compromesso l’integrità del processo democratico e minato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. L’attenzione si concentra ora sulle prossime fasi del processo, con l’obiettivo di accertare la verità dei fatti e di definire le responsabilità di tutti gli indagati. La vicenda rappresenta una sfida significativa per il sistema giudiziario pugliese e per l’intera comunità politica, chiamata a riflettere sulle cause e sulle conseguenze di un fenomeno che mette a rischio i valori fondamentali della democrazia.
Corruzione elettorale in Puglia: 18 persone sotto accusa
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