L’eco di una notte crotonese segnata da violenza ha trovato un primo, significativo riscontro nell’avviso orale del questore, rivolto ai tre individui formalmente denunciati dalla Polizia in relazione all’aggressione perpetratasi tra il 14 e il 15 giugno. L’episodio, consumatosi dinanzi ad un locale, ha lasciato attoniti i presenti, testimoni silenziosi di un’escalation di violenza che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.La decisione del questore Renato Panvino, supportata dalla divisione Polizia anticrimine, si inserisce in un quadro investigativo particolarmente complesso, supervisionato direttamente dal procuratore della Repubblica Domenico Guarascio e dal sostituto procuratore di turno, la cui attenzione è stata focalizzata sulla gravità intrinseca dei fatti e sulle possibili implicazioni per la sicurezza pubblica. La prontezza d’intervento della Polizia di Stato, come sottolineato dalla Questura in una nota, ha evitato che l’evento avesse un impatto ancora più destabilizzante sul tessuto sociale crotonese, intercettando e segnalando i presunti responsabili, due dei quali con precedenti penali a loro carico, evidenziando un percorso già segnato da comportamenti devianti.L’attività investigativa, protrattasi ininterrottamente per quasi due giorni, ha coinvolto una sinergia operativa tra la Squadra Mobile, l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e la Polizia Scientifica. Questa collaborazione multidisciplinare, fondamentale per la ricostruzione accurata dell’accaduto, si è avvalsa di elementi probatori di vario genere: immagini riprese da sistemi di videosorveglianza, cruciali per tracciare i movimenti dei soggetti coinvolti, e analisi forensi che hanno permesso di raccogliere elementi concreti a supporto delle accuse. L’integrazione di queste diverse fonti di prova ha consentito di individuare con precisione i tre giovani crotonesi e di sottoporli a una formalizzazione delle accuse per lesioni personali aggravate, commesse in concorso.Il provvedimento del questore, che si configura come un intervento preventivo volto a limitare la reiterazione di comportamenti analoghi, assume la forma di un Dacur (Divieto di Accesso ad Aree Urbane). Questa misura restrittiva, valida per un periodo di due anni, impone agli interessati l’astensione da qualsiasi accesso o permanenza all’interno di pubblici esercizi e locali di intrattenimento situati nel lungomare cittadino e nelle aree adiacenti, nell’arco temporale compreso tra le ore 19:00 e le ore 07:00 del giorno successivo. Il Dacur rappresenta una risposta concreta alla necessità di tutelare la sicurezza dei cittadini e di riaffermare il rispetto delle norme, ponendo le basi per una più serena convivenza civile e per la prevenzione di ulteriori episodi di violenza. L’evento, tuttavia, solleva interrogativi più ampi sulla sicurezza urbana, la presenza di fenomeni di marginalità e la necessità di politiche sociali mirate a contrastare la devianza giovanile e a promuovere l’integrazione.
Crotonese, notte di violenza: questore emana avviso orale e Dacur
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