La Valnerina, cuore pulsante dell’allevamento ovino umbro, è al centro di un’emergenza che rischia di compromettere il tessuto socio-economico di intere comunità. L’assessora regionale all’Agricoltura, Simona Meloni, insieme al consigliere Cristian Betti, ha recentemente visitato la zona, in un incontro cruciale con sindaci, rappresentanti degli allevatori, associazioni di categoria, tecnici sanitari e produttori locali. L’obiettivo primario è stato comprendere in prima persona la gravità della situazione, aggravata dalla diffusione della cosiddetta “lingua blu”, una patologia che sta decimando il bestiame e mettendo a dura prova la resilienza degli allevatori.La crisi non si limita alla perdita di capi di bestiame. Essa incide profondamente sull’economia agricola, ma anche sulla vitalità demografica e il potenziale turistico delle aree interne, creando un circolo vizioso di abbandono e spopolamento. L’assessora Meloni ha sottolineato con fermezza che la difesa di questi territori rappresenta la salvaguardia dell’identità stessa dell’Umbria, un patrimonio di tradizioni, saperi e paesaggi unici al mondo.L’impegno della Regione Umbria si manifesta attraverso un approccio coordinato che coinvolge l’Assessorato all’Agricoltura, quello alla Sanità, i Servizi veterinari e l’Istituto Zooprofilattico. Fin dalle prime avvisaglie dell’epidemia, sono state implementate rigorose procedure di monitoraggio epidemiologico, mappando con precisione i focolai e diffondendo protocolli dettagliati sulla vaccinazione volontaria, sull’utilizzo di repellenti, sulla corretta gestione delle stalle e sull’eliminazione dei ristagni d’acqua, potenziali serbatoi del vettore della malattia.In risposta all’emergenza, la Regione ha attivato un duplice canale di supporto finanziario. In primo luogo, è stata prevista la copertura dei costi relativi al trasporto e allo smaltimento sicuro delle carcasse degli animali decessi, evitando così ulteriori rischi sanitari. Successivamente, è stato pianificato un intervento economico mirato a sostenere il reintegro del bestiame e a facilitare la ripresa delle attività produttive delle aziende colpite, una volta che l’epidemia sarà contenuta.Riconoscendo che la perdita di produzione comporta gravi danni economici per gli allevatori, l’assessora Meloni ha annunciato l’intenzione di sollevare la questione a livello nazionale. Si tratta di richiedere l’istituzione di un fondo di emergenza dedicato, similmente a quanto avviene in altri contesti di calamità, per evitare che i lavoratori delle aree rurali si trovino a fronteggiare questa crisi in solitudine.Guardando al futuro, l’assessora ha espresso la volontà di inserire, nella prossima legge regionale sulle Aree interne, strumenti strutturali di protezione per gli allevatori. Questo significa creare un sistema di sicurezza economica e presidio territoriale che possa garantire la continuità delle attività agricole anche in caso di future crisi, preservando il legame tra uomo, territorio e tradizione. La sopravvivenza dell’allevamento ovino non è solo un problema economico, ma un imperativo per la salvaguardia dell’Umbria più autentica e resiliente.
Emergenza Valnerina: la lingua blu minaccia l’allevamento ovino umbro
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