Il nome di Francesco Ferlaino risuona ancora con forza, un eco di impegno e sacrificio che non può essere relegato alla mera commemorazione, bensì deve stimolare un’indagine critica e profonda sui fondamenti stessi della giustizia, pilastro imprescindibile di una democrazia autentica. L’ombra che avvolge l’omicidio Ferlaino, a cinquant’anni di distanza, è quella di un’impunità inaccettabile, una ferita aperta nel tessuto della legalità che amara, come sottolinea il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Cesare Parodi, durante la cerimonia a Lamezia Terme.Questa assenza di verità, questo silenzio assordante sui responsabili, non è solo un’ingiustizia nei confronti della memoria di Ferlaino e dei suoi cari, ma un affronto a tutti coloro che credono nel diritto e nella necessità di accertare le responsabilità, di ricostruire la verità storica, di consegnare alla collettività un quadro chiaro e completo di quanto accaduto. L’impegno dell’ANM a mantenere viva la memoria di coloro che hanno pagato con la vita il loro ruolo di magistrato non è un gesto di mera cortesia, ma un dovere morale e istituzionale, una dichiarazione di intenti a difesa dei valori che Ferlaino ha incarnato.Il caso Ferlaino, purtroppo, non è un’eccezione, ma parte di una più ampia e dolorosa realtà: quella di magistrati vittime della violenza mafiosa, le cui morti restano avvolte nel mistero, gravando sulla coscienza di un paese che si proclama civile e democratico. Ogni morte ingiusta, ogni verità nascosta, mina alla base il sistema giudiziario, erodendo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e alimentando il terreno fertile per la criminalità organizzata. L’intitolazione dell’aula del palazzo di giustizia a Francesco Ferlaino è un atto simbolico, ma deve tradursi in azioni concrete. È necessario un rinnovato sforzo investigativo, l’utilizzo di nuove tecnologie e approcci, e soprattutto un profondo cambiamento culturale che riporti al centro l’etica del servizio pubblico e il rispetto per la legge. Il ricordo di Ferlaino non debba essere una commemorazione sterile, ma un monito costante, uno stimolo per una riflessione continua e per un impegno indefesso nella difesa della giustizia, verità e legalità. La sua memoria, più che mai, ci invita a interrogarci sul significato stesso di essere giudici e cittadini in un paese che deve ancora fare i conti con le sue ombre e le sue debolezze.
Ferlaino: Cinquant’anni di impunità, una ferita aperta nella giustizia.
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