Una processione silenziosa, un fiume umano di circa ottocento persone, ha incrociato le vie di Gemona (Udine) in una veglia di lutto che trascende la mera commemorazione. La fiaccolata, promossa dai familiari di Matteo Pittana, il giovane di vent’anni spento tragicamente nella notte tra il 18 e il 19 febbraio 2024 in un incidente stradale dalle circostanze ancora oscure, è stata un atto di profonda sofferenza, ma anche un potente appello alla giustizia e alla trasparenza.Il corteo, partito dall’Istituto D’Aronco e culminato sotto la sacra facciata del Duomo, ha rappresentato un momento di raccoglimento collettivo, un abbraccio corale rivolto ai genitori e agli amici di Matteo, devastati da una perdita che ha scosso l’intera comunità. La dinamica dell’incidente, che ha visto la Bmw su cui viaggiava il ragazzo precipitare per tredici metri nel canale Ledra, rimane avvolta in un velo di interrogativi. Matteo, pur legato dalla cintura di sicurezza, è rimasto intrappolato, mentre gli altri due occupanti sono riusciti a mettersi in salvo.L’elemento più doloroso e controverso di questa vicenda è l’apparente reticenza dei due sopravvissuti, il cui comportamento, nei momenti immediatamente successivi all’incidente, ha sollevato pesanti accuse e generato un profondo senso di abbandono nella famiglia Pittana. Un silenzio che, secondo i genitori, potrebbe aver compromesso la possibilità di un soccorso tempestivo e, forse, un esito diverso.”Questa fiaccolata non è solo memoria,” ha esordito Luca Pittana, il padre di Matteo, rivolgendosi alla folla commossa. “È un grido civile, un monito a non rimanere indifferenti di fronte all’ingiustizia. Vogliamo sapere perché nostro figlio è stato lasciato solo, perché il silenzio ha prevalso. Non chiediamo vendetta, ma la verità, l’affermazione inequivocabile di ciò che è accaduto, con rispetto, certo, ma con la forza della disperazione e della determinazione.”L’evento ha ricevuto il sostegno delle istituzioni locali, testimoniando l’impegno della comunità a perseguire la verità. “Essere qui stasera significa ribadire che Gemona non dimentica,” ha affermato il sindaco Roberto Revelant, riprendendo il tema della responsabilità sociale che aveva espresso anche durante il funerale. “Ogni vita ha un valore inestimabile e merita di essere onorata con coraggio e trasparenza.”Anche l’assessora regionale Barbara Zilli, originaria di Gemona, ha espresso la vicinanza della Regione alla famiglia Pittana. “Ritrovarci insieme stasera significa condividere una sofferenza che, se contenuta, rischia di diventare insostenibile. La solidarietà, l’unione, sono la forza che ci permette di affrontare il dolore e di superare le difficoltà.”La fiaccolata si è configurata, dunque, non solo come un omaggio a Matteo, ma anche come un appello alla coscienza civile, un invito a spezzare il muro del silenzio e a contribuire, con onestà e coraggio, a ricostruire la verità, affinché una tragedia simile non si ripeta e la memoria di un giovane talento non venga offuscata dall’ombra del sospetto e dell’omissione.
Gemona: Fiaccolata per Matteo, un grido di verità e giustizia.
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