Per catalizzare una vera e propria rivoluzione industriale basata sull’Intelligenza Artificiale in Italia, è imperativo strutturare un sistema nazionale diffuso di “Poli di Eccellenza IA”, che trascenda la mera aggregazione di competenze e diventi un vero e proprio motore di innovazione distribuito sul territorio. L’obiettivo non è semplicemente connettere domanda e offerta di servizi AI, ma favorire la co-creazione e lo sviluppo di soluzioni innovative su misura per le esigenze specifiche del tessuto produttivo italiano.La sfida principale risiede nella capacità di supportare le Piccole e Medie Imprese (PMI), il cuore pulsante del nostro sistema economico, che spesso si trovano di fronte a barriere significative nell’adozione di tecnologie AI. Queste barriere non sono solo di natura finanziaria, legate all’ingente investimento necessario per hardware e software specializzati, ma anche di competenze, spesso carenti all’interno delle aziende.La “Carta di Trieste sull’IA”, frutto di una collaborazione virtuosa tra professionisti dell’Associazione Studium Fidei, guidata dall’imprenditore digitale Manlio Romanelli, e condivisa dalla Camera di Commercio Venezia Giulia, rappresenta un documento programmatico di riferimento, delineando strategie e strumenti concreti per affrontare queste sfide. Questo approccio va oltre il semplice sostegno economico, proponendo percorsi di formazione personalizzati, mentoring da parte di esperti, accesso a piattaforme di condivisione di dati e modelli, e la promozione di progetti pilota open source.La creazione di questi Poli di Eccellenza IA non deve essere intesa come una duplicazione di strutture esistenti, ma come un’opportunità per rafforzare i legami tra imprese, centri di ricerca universitari e startup innovative. Questi poli dovrebbero agire come catalizzatori di sinergie, favorendo la condivisione di conoscenze, risorse e infrastrutture. Un elemento cruciale è l’inclusione di competenze trasversali, come il design thinking, l’analisi dei dati e la comunicazione efficace, per assicurare che le soluzioni AI sviluppate siano non solo tecnicamente valide, ma anche socialmente responsabili ed economicamente sostenibili.Parallelamente, è imprescindibile un quadro normativo etico e giuridico solido e lungimirante. Non si tratta di soffocare l’innovazione con regolamenti eccessivi, ma di garantire che lo sviluppo e l’applicazione dell’IA avvengano nel rispetto dei valori umani, della privacy dei cittadini e della sostenibilità ambientale. È necessario promuovere una cultura della responsabilità algoritmica, che tenga conto dei potenziali impatti sociali ed economici delle decisioni automatizzate. Questo implica non solo la trasparenza degli algoritmi, ma anche la possibilità di contestarne le decisioni e di correggerne gli errori. L’obiettivo è plasmare un futuro in cui l’IA sia al servizio dell’umanità, potenziando le capacità umane e contribuendo al progresso sociale, piuttosto che sostituirle o comprometterle. In definitiva, il successo della transizione verso un’economia basata sull’IA dipenderà dalla nostra capacità di coniugare innovazione tecnologica, responsabilità etica e inclusione sociale.