L’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) si configura come una forza trasformativa per l’economia piemontese, delineando un futuro lavorativo complesso e sfaccettato. Un’analisi condotta da Banca d’Italia, recentemente divulgata nel rapporto sull’economia regionale, suggerisce che quasi un quarto della forza lavoro piemontese vedrà il proprio impiego significativamente influenzato dall’integrazione di queste nuove tecnologie. La relazione non è unidirezionale: si prospetta uno scenario in cui l’IA agirà tanto come strumento di potenziamento della produttività quanto come potenziale sostitutivo di determinate funzioni lavorative.L’impatto differenziato si manifesta in modo particolarmente evidente se si considera la composizione settoriale dell’economia piemontese. Il rischio di sostituzione, sebbene presente a livello nazionale, assume in Piemonte una rilevanza leggermente superiore, un dato attribuibile alle peculiarità della struttura occupazionale regionale. In altre parole, settori chiave per l’economia piemontese presentano una maggiore esposizione all’automazione, accentuando la possibilità di riduzioni di personale in specifiche aree.Un elemento cruciale per comprendere queste dinamiche è la capacità dell’IA di automatizzare compiti sempre più sofisticati, che tradizionalmente richiedevano competenze cognitive avanzate. Questo implica che i lavoratori con un’elevata istruzione, tradizionalmente percepiti come meno vulnerabili all’automazione, si trovano ora ad affrontare un rischio di sostituzione più marcato. Allo stesso tempo, l’IA offre loro opportunità uniche per collaborare con le macchine, ottimizzando i processi e generando valore aggiunto. L’analisi di Banca d’Italia evidenzia che circa quattro lavoratori piemontesi su cinque con un titolo universitario si troveranno a operare in un contesto di complementarità con l’IA, beneficiando di un potenziamento delle proprie capacità professionali. Questa visione positiva, tuttavia, coesiste con la consapevolezza che anche la sostituzione rappresenta una realtà concreta. La situazione è più sfumata per i lavoratori con un diploma, che si trovano a fronteggiare un rischio di sostituzione più elevato, sebbene anche in questo caso si aprano prospettive di collaborazione con l’IA.Infine, i lavoratori con un livello di istruzione inferiore, pur rappresentando una quota significativa della forza lavoro piemontese, mostrano una minore esposizione all’automazione. Questi lavoratori, in molti casi, potrebbero trarre vantaggio dall’integrazione dell’IA, che potrebbe liberarli da compiti ripetitivi e consentire loro di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto, rafforzando il ruolo della complementarità.In conclusione, l’impatto dell’IA sul mercato del lavoro piemontese non è una semplice equazione di sostituzione, bensì un panorama complesso di opportunità e sfide, in cui la formazione continua, l’adattabilità e l’innovazione diventano elementi imprescindibili per garantire una transizione equa e sostenibile.
IA in Piemonte: lavoro a rischio e nuove opportunità.
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