La crisi del settore automobilistico italiano è diventata una vera e propria emergenza nazionale, con decine di migliaia di lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro a causa delle scelte sbagliate della multinazionale francese Stellantis. Dopo le dichiarazioni di esuberi già comunicate alle organizzazioni sindacali territoriali, con uscite incentiviate per 50 lavoratori a Pratola Serra e 300 a Pomigliano D’Arco, si sono aggiunte in questi giorni altre uscite per 200 lavoratori a Termoli e ben 500 a Melfi. Queste cifre, però, non rendono pienamente conto della gravità della situazione: dal 2015 sono oltre 16mila i posti di lavoro persi nelle fabbriche italiane del gruppo, in un quadro di mancanza di investimenti e costante svuotamento delle strutture produttive. Il piano Italia annunciato di recente non è altro che una serie di promesse senza fondamenti concreti: l’incremento della cassa integrazione non sostituisce i necessari investimenti per il futuro del settore. E la mancanza di novità sul progetto della gigafactory a Termoli conferma l’impostazione errata della strategia aziendale.La Fiom-Cgil ritiene che la situazione sia gravissima, sia per le prospettive lavorative e salariali delle lavoratrici e dei lavoratori sia per il futuro del settore. Per questo è necessario ripensare al piano industriale del gruppo e affrontare con urgenza l’urgenza di un incontro a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio, per avviare un vero tavolo di confronto sulle prospettive future della produzione italiana. Non si può continuare ad ignorare la realtà: il settore automotive italiano rischia di essere spazzato via e con esso migliaia di posti di lavoro nelle aziende che lo sostengono.Sarà questo tavolo a stabilire se è possibile un cambiamento positivo per il futuro del settore. Non ci può essere alcuna esclusione: sono necessarie soluzioni concrete ed immediate, sia per salvaguardare i lavoratori in cassa integrazione sia per assicurare prospettive future ai giovani e alle nuove generazioni. Il quadro è critico, ma la determinazione dei sindacati e di tutta la cittadinanza può farcela. Non si tratta solo della Stellantis: il settore automotive italiano deve avere una programmazione coerente con le scelte nazionali. Per questo è necessario riportare alla centralità del Paese il tema dello sviluppo industriale, del lavoro e dell’occupazione.La Fiom-Cgil, insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali, invoca un impegno politico determinato per affrontare la crisi in atto con soluzioni adeguate.