In questo momento storico, il nome di Papa Francesco è sull’orlo della bocca di ogni essere umano, non solo per essere un papa, ma soprattutto perché è un simbolo vivente di speranza e cambiamento. La sua presenza in Santa Maria Maggiore, proprio vicino alla tomba del suo predecessore, sembra quasi un segno di continuità tra la tradizione e l’avvento di nuove sfide per l’umanità. Mentre il sussurro corre tra i banchi della Basilica, la notizia si diffonde rapidamente attraverso le reti di comunicazione moderne, trasformando gli smartphone in piccoli templi dove gli individui possono contemplare la novità. Solo pochi istanti prima, durante l’Eucaristia, il sacerdote aveva pronunciato una preghiera semplice e profonda: “Dona alla tua chiesa un pastore”. In questo momento, tra la sorpresa e la gratitudine, ci si rende conto della straordinarietà dell’evento. Una coppia di giovani italiani, che hanno ascoltato le parole del sacerdote con gli occhi bassi ma il cuore aperto, esprime la loro meraviglia: “Incredibile, eravamo proprio qui”. La loro voce non è solo un’esclamazione, ma una testimonianza della presenza attiva di Dio nella vita degli uomini.