martedì, 17 Giugno 2025
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Lorenzo Amnesia, il processo shock: minacce alla nuova Giulia.

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Il processo a Torino a Lorenzo Venera, noto nel mondo della musica come Lorenzo Amnesia, ex volto della trasmissione “Amici”, ha messo a galla un quadro inquietante di dinamiche relazionali abusive. L’accusa di maltrattamenti, contestata al 36enne, si fonda su una serie di condotte vessatorie protrattesi nel tempo, a partire almeno dal 2018 e culminate in minacce esplicite tra il 2023 e il 2024.La testimonianza della donna, vittima presunta dei maltrattamenti, ha scosso l’aula. Colpita dalle proprie emozioni, ha descritto scene angoscianti, culminate in affermazioni di una gravità inaudita. Tra le parole che l’hanno profondamente traumatizzata, emerge una frase agghiacciante: “Mi ha detto che sarei stata la prossima Giulia Cecchettin o Giulia Tramontano”. L’evocazione di due casi di femminicidio che hanno profondamente segnato l’opinione pubblica italiana, rivela un livello di escalation della violenza verbale e psicologica di estrema pericolosità, configurando un tentativo di manipolazione e controllo che trascende la semplice gelosia.La relazione tra Venera e la donna, iniziata nell’agosto del 2017, si è sviluppata in un contesto di instabilità e cicli di separazione e riconciliazione. La convivenza, iniziata nell’abitazione del padre di Venera, non ha contribuito a stabilizzare la situazione, anzi, ha amplificato le dinamiche disfunzionali. L’accusa sostiene che la gelosia patologica di Venera si manifestava attraverso un controllo ossessivo della vita privata della compagna, traducendosi in azioni concrete di violenza fisica e psicologica. Si parla di perquisizioni abusive del telefono cellulare, percosse al viso, colpi alla testa, strattonamenti e aggressioni che coinvolgono i capelli.Il caso Venera solleva interrogativi cruciali sulla natura della violenza di genere, sulla sua progressione e sulle sue manifestazioni più subdole. La frase “La nuova Giulia” non è solo una minaccia diretta alla vittima, ma un segnale d’allarme che indica una pericolosa perdita di contatto con la realtà e un’incapacità di comprendere la gravità delle proprie azioni. Il processo si configura, dunque, come un’occasione per riflettere sulla necessità di rafforzare i sistemi di supporto alle donne vittime di violenza e di promuovere una cultura del rispetto e della parità di genere, affinché simili tragiche vicende non si ripetano. La giustizia, in questo contesto, assume un ruolo fondamentale non solo per accertare le responsabilità penali, ma anche per offrire un sostegno alla vittima e per contribuire alla prevenzione di futuri episodi di violenza.

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