Il progetto “Margherissima” della Biennale Architettura di Venezia rappresenta un ambizioso sforzo per ricreare e rigenerare l’area contaminata di Marghera, vicino al Ponte della Libertà. Questo spazio industrializzato ha lasciato una profonda eredità nella città veneziana, ma la sua storia è stata segnata da operazioni abusive edilizie che hanno portato a un terreno inquinato e degradato. È proprio dentro questo contesto complesso di problemi ambientali, storici e urbanistici che il progetto “Margherissima” si propone come un’interpretazione visionaria del futuro della città.Il curatore del progetto, Carlo Ratti, ha dichiarato che l’obiettivo è quello di ‘porre domande’ sul futuro dell’area e di suggerire una possibile direzione per la sua trasformazione. Questo approccio non si limita a offrire soluzioni concrete, ma cerca di creare un dibattito più ampio sulla sostenibilità del territorio e sulla capacità della città di rinnovarsi.Il progetto “Margherissima” rappresenta anche un tentativo di sintetizzare i diversi linguaggi architettonici di Venezia, il barocco veneziano e l’industrialismo del passato per dare vita a una nuova architettura. Questo sincretismo culturale è parte integrante dell’eredità storica e artistica della città e rappresenta la sua capacità di reinventarsi.Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha espresso alcune riserve sul progetto, evidenziando una questione molto specifica: egli, come proprietario del terreno in questione, si sente coinvolto nella discussione. Tuttavia, la sua dichiarazione può essere interpretata anche come un sintomo della tensione tra il passato e il futuro di Marghera.La direttrice dell’Architectural Association, Ingrid Schroder, ha descritto “Margherissima” come uno spazio che ‘porta nel mondo del sogno e della nostalgia’, sia per Venezia che per la stessa Marghera. Questo giudizio riflette l’aspirazione del progetto a essere un invito all’immaginazione e al cambiamento, e non semplicemente una proposta architettonica.Il presidente della Biennale Architettura di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, ha definito “Margherissima” come uno ‘sforzo per ricreare il territorio’ in un contesto sempre più complicato. Egli sottolinea la speranza che questo progetto rappresenti non solo una visione utopica del futuro ma anche un atto di fedeltà all’eredità architettonica e culturale della città.In conclusione, “Margherissima” è un invito alla città a riflettere su come il suo passato può guidarla verso un futuro più sostenibile e coerente con la sua storia. È una proposta ambiziosa che cerca di riportare l’architettura a essere non solo un prodotto artistico ma anche un atto di speranza per la rigenerazione dei luoghi contaminati e inquinati, in questo caso il territorio marginale di Marghera.
Margherissima: un progetto visionario per rigenerare la storica area di Venezia.
Pubblicato il
