L’estate alpina si fa sentire con un’intensificazione del fenomeno dell’ozono troposferico, un inquinante secondario la cui formazione è strettamente legata alle condizioni meteorologiche estive. Negli ultimi giorni, l’incremento delle temperature e l’irradiazione solare, elementi cardine per la chimica atmosferica estiva, hanno determinato un’evidente crescita delle concentrazioni di ozono nelle aree monitorate. Il 12 giugno, in particolare, due stazioni di rilevamento in Alto Adige hanno superato le soglie di attenzione: Cortina sulla Strada del Vino, con un picco orario di 187 µg/m³ alle ore 20:00 e 21:00, ed Egna, con un valore orario di 181 µg/m³. Questi dati, seppur localizzati, riflettono una tendenza più ampia.L’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima ha identificato la conca tra Bolzano e Merano, insieme alle aree pianeggianti e gli altopiani circostanti – quali il Renon, l’Alpe di Siusi – e i versanti montani esposti, come le zone maggiormente colpite. Questa distribuzione geografica non è casuale: l’orografia del territorio, favorendo l’accumulo di inquinanti precursori e riducendo la dispersione, unitamente all’intensa radiazione solare, crea le condizioni ideali per la fotossidazione di composti organici volatili (COV) e ossidi di azoto (NOx), i mattoni chimici dell’ozono. Il meccanismo alla base di questa dinamica è complesso. La radiazione solare, agendo sui COV e NOx emessi da fonti antropiche (traffico, industria, riscaldamento domestico) e biogenici (emissioni vegetali), innesca reazioni chimiche che portano alla formazione di ozono. La temperatura elevata accelera queste reazioni, mentre la stabilità atmosferica, tipica delle giornate estive, intrappola l’ozono a livello del suolo. Un episodio di pioggia, agendo come “depuratore” atmosferico, può ridurre significativamente le concentrazioni di ozono, depositando l’inquinante sulla superficie terrestre.Le previsioni meteorologiche indicano un’ulteriore aumento delle concentrazioni nelle prossime 24-48 ore, con un potenziale picco durante le ore centrali della giornata. Tuttavia, l’evoluzione verso condizioni meteorologiche più instabili nel fine settimana dovrebbe favorire una diminuzione dei livelli di ozono, grazie all’aumento della turbolenza e alla maggiore dispersione dell’inquinante.Le persone con patologie respiratorie preesistenti, come asma e bronchite cronica, sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dell’ozono. Si raccomanda, pertanto, di limitare l’attività fisica intensa all’aperto, specialmente durante le ore pomeridiane e serali, quando i livelli di ozono sono più elevati. Anche la popolazione in generale dovrebbe prestare attenzione e moderare l’esposizione, privilegiando attività all’ombra e mantenendosi informata sull’andamento della qualità dell’aria. La comprensione di questi fenomeni è fondamentale per una gestione consapevole del territorio e per la tutela della salute pubblica.
Ozono alpino: allarme per la qualità dell’aria estiva
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