lunedì, 16 Giugno 2025
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Referendum Lavoro: un voto per cambiare il Paese.

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L’entusiasmo palpabile che anima l’elettorato testimonia un profondo desiderio di cambiamento strutturale. I cinque referendum in discussione rappresentano un’opportunità cruciale per abrogare normative dannose e ampliare il perimetro dei diritti, un atto di giustizia sociale volto a promuovere un lavoro dignitoso e stabile. Non si tratta di un semplice atto formale, ma di un intervento diretto sulle fondamenta del sistema lavorativo, con l’obiettivo di smantellare la logica perversa degli appalti e subappalti che, con la loro pressione sui costi e la conseguente erosione della sicurezza e della qualità, si traducono in tragedie evitabili e sofferenze diffuse.Rimettere il lavoro al centro delle priorità politiche non è un’esigenza settoriale, ma un imperativo per il benessere collettivo. Si tratta di recuperare un valore sociale, economico e civile che è stato progressivamente svalutato, erodendo la dignità e la sicurezza di milioni di persone. Questo referendum, dunque, non è solo una battaglia per i diritti dei lavoratori, ma una battaglia per il futuro del Paese.La partecipazione democratica, l’esercizio del diritto di voto, è l’arma più potente che i cittadini possiedono per incidere sulle scelte politiche. Troppo a lungo questo diritto è stato limitato da leggi formulate con superficialità o con intenti che privilegiavano interessi particolari a discapito del bene comune. L’inerzia politica, sia essa di colore rosso o blu, ha contribuito a perpetuare un modello economico distorto, che sacrifica il benessere delle persone sull’altare della crescita a tutti i costi.I giovani e le donne, in particolare, sono le categorie più vulnerabili a questa situazione, quelle che più pesantemente subiscono le conseguenze della precarizzazione e della mancanza di opportunità. La loro precarietà non è solo un problema economico, ma un ostacolo alla realizzazione personale e al pieno sviluppo del loro potenziale.Questo è il messaggio che i cittadini sono chiamati a veicolare con il voto: un monito rivolto a governi e parlamento, un’inequivocabile richiesta di riorientare le politiche economiche e sociali verso una maggiore equità, sostenibilità e rispetto dei diritti fondamentali. È un’occasione per riaffermare la centralità del lavoro come fattore di inclusione sociale, crescita condivisa e progresso civile, in un’ottica di reale giustizia sociale.

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