Le suggestioni paesaggistiche industriali di Avezzano, in Abruzzo, si sono recentemente trasformate in un palcoscenico per un’opera cinematografica di respiro internazionale, firmata dal maestro Ridley Scott. La presenza del regista, icona del cinema di genere e autore di capolavori come “Alien”, “Blade Runner” e “Il Gladiatore”, testimonia l’ambizione del progetto, profondamente radicato nel romanzo “The Dog Stars” di Peter Heller.Il film, un’opera post-apocalittica di notevole complessità, dipinge un quadro desolante: un mondo segnato da una pandemia globale, una cicatrice profonda che ha cancellato intere comunità e ridotto l’umanità a un’esistenza precaria e isolata. Al centro della narrazione si stagura la figura di un pilota, ultimo baluardo di una civiltà perduta, che trova rifugio e solitudine in un aeroporto ormai abbandonato, un monumento silenzioso alla fragilità del progresso. L’Abruzzo, con la sua natura aspra e le sue tradizioni radicate, si è rivelato il luogo ideale per catturare l’atmosfera rarefatta e malinconica del racconto. Le riprese, che si estenderanno per un periodo di nove settimane, coinvolgono un team di circa cinquanta professionisti locali, un segnale tangibile dell’impatto economico e culturale che un’operazione cinematografica di tale portata può generare. La lavorazione, tuttavia, non si limita all’area avezzanese. Il percorso cinematografico toccherà diverse location in Italia, ciascuna accuratamente selezionata per la sua capacità di evocare la desolazione e la bellezza selvaggia del mondo post-pandemico. Tra queste, le Prealpi bellunesi, il Parco Sirente Velino, l’Aeroporto dei Parchi all’Aquila, la zona di Ovindoli e gli storici studi di Cinecittà a Roma, offrendo un mosaico di immagini evocative e contrastanti.Un momento particolarmente significativo è stato l’avvistamento del regista stesso, impegnato nella supervisione diretta di alcune riprese che vedono protagonista un piccolo Cessna, lo stesso aereo che aveva già preso parte a prove di volo preliminari nelle settimane precedenti. L’immagine, immediatamente diffusa sui social media dal Multiplex Astra con un messaggio di benvenuto e ammirazione, ha rapidamente catalizzato l’attenzione del pubblico, alimentando la curiosità e l’attesa per l’opera conclusa. La scelta di un aereo, simbolo di libertà e di connessione, in un mondo frammentato e isolato, aggiunge un ulteriore livello di significato e profondità alla narrazione, suggerendo una speranza residua, una possibilità di riconnessione e di rinascita. Il film si preannuncia non solo un’avventura visiva mozzafiato, ma anche una riflessione profonda sulla condizione umana, sulla fragilità della civiltà e sulla resilienza dello spirito.
Ridley Scott ad Avezzano: il cinema post-apocalittico invade l’Abruzzo
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