La recente approvazione definitiva, da parte della commissione Affari Costituzionali del Senato, del disegno di legge n. 1452, proposto dal senatore Dario Damiani (Forza Italia), segna un momento cruciale per il sistema elettorale regionale pugliese e solleva interrogativi più ampi sulla rappresentatività democratica in contesti di mutamento demografico. Il provvedimento, frutto di un percorso legislativo che ora prosegue verso il voto finale delle Camere, mira a scongiurare una riduzione significativa del numero di consiglieri regionali in Puglia, un intervento divenuto urgente a seguito del calo demografico.L’attuale configurazione del sistema elettorale regionale, vincolata a una formula che lega il numero di consiglieri alla popolazione residente, rischia di imporre alla Puglia una riduzione drastica, da cinquanta a quarant’anni, nel numero dei suoi rappresentanti. Questa contrazione, pur apparente, avrebbe implicazioni ben più profonde, intaccando il principio della rappresentanza proporzionale e potenzialmente marginalizzando le esigenze di ampie fasce della popolazione pugliese.Il disegno di legge interviene, in sostanza, introducendo una “tolleranza” del 5% nella determinazione della soglia demografica che innesca l’adeguamento del numero di consiglieri. Questa disposizione non è un’anomalia isolata, bensì riflette una riflessione più ampia sulla necessità di adattare le norme elettorali a realtà territoriali in evoluzione. La diminuzione della popolazione residente, fenomeno osservabile in diverse regioni italiane, non deve tradursi in una compressione indiscriminata della rappresentanza politica, poiché ciò minerebbe la legittimità stessa del sistema democratico.L’approvazione in sede redigente ha permesso di definire in maniera più precisa i parametri di intervento, consentendo di accelerare il percorso legislativo. Ora, l’iter parlamentare dovrebbe concludersi in tempi brevi, sebbene la velocità dipenderà dalla programmazione dei lavori delle Camere.La vicenda pugliese non può essere considerata un caso isolato. Essa riapre il dibattito sulla necessità di una revisione più ampia delle regole che governano le elezioni regionali, spingendo a considerare modelli alternativi che tengano conto di fattori diversi dalla mera dimensione demografica, come la complessità territoriale, le specificità socio-economiche e la necessità di garantire una voce adeguata a tutte le comunità locali. Il futuro legislativo potrebbe quindi prevedere l’analisi di soluzioni più sofisticate, capaci di bilanciare l’efficienza del sistema elettorale con il principio fondamentale della rappresentanza democratica.
Riforma elettorale in Puglia: rischio riduzione consiglieri scongiurato.
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