sabato, 14 Giugno 2025
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Roma risplende: restaurata la chiesa dei Santi Nereo e Achilleo

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Roma risplende di nuova luce grazie al restauro completato della chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, un gioiello architettonico affacciato sulle Terme di Caracalla. Questo intervento, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Caput Mundi e supervisionato dalla Soprintendenza Speciale di Roma, restituisce alla città un esempio unico di decorazione a graffito, un’eccezionalità che la distingue nel panorama dell’architettura sacra romana.La Soprintendente Daniela Porro ha sottolineato l’importanza del progetto, evidenziando come la chiesa, pur conservando radici antichissime, debba il suo aspetto attuale ai significativi interventi realizzati in occasione dei Giubilei del 1475 e, in particolare, del 1600. Questi momenti storici, veri e propri spartiacque nella storia ecclesiastica e artistica, hanno plasmato l’identità della chiesa, trasformandola in un palcoscenico di espressioni artistiche e spirituali.Il restauro, guidato dalla restauratrice Eleonora Leprini, coordinato da Maria Cristina Lapenna e realizzato dal Consorzio l’Officina, ha superato numerose sfide. Il degrado avanzato aveva cancellato gran parte della decorazione originaria, minacciando la leggibilità dell’impianto architettonico e la coerenza estetica complessiva. Una meticolosa ricerca d’archivio, un vero e proprio lavoro di archeologia visiva, ha permesso di ricostruire la partitura decorativa perduta, recuperando frammenti e interpretando i segni del tempo. Le incisioni superstiti hanno agito da chiavi di lettura, consentendo di ricomporre la visione originaria della facciata, restituendo armonia e leggibilità al contesto urbano.L’intervento non si è limitato alla mera ricostruzione, ma ha perseguito un obiettivo più ambizioso: ripristinare la leggerezza e l’eleganza della decorazione. Leprini ha spiegato come la facciata ritrovi la sua essenza, dove gli ordini sovrapposti e la superficie scandita stimolino l’occhio a completare mentalmente le geometrie scomparse, creando un’esperienza visiva dinamica e suggestiva.La collocazione della chiesa, strategicamente situata oltre Porta Capena, incrocia l’antica via Appia e la via Nova, la lega profondamente alla storia romana. Le sue origini risalgono al *Titulus Fasciolæ*, un luogo intriso di leggenda, legato alla presunta benda caduta dalla ferita di San Pietro, un evento che ha contribuito a creare un luogo di culto e di devozione. Nel corso dei secoli, la chiesa è stata ricostruita e trasformata, assumendo la sua struttura a tre navate voluta da Papa Sisto IV in occasione del Giubileo del 1475. Il Giubileo del 1600, invece, segnò una fase di radicale trasformazione, finanziata dal cardinale Cesare Baronio, che affidò la progettazione della facciata al pittore lucchese Girolamo Massei. Massei, con la tecnica del graffito, realizzò una composizione rinascimentale caratterizzata da ordini sovrapposti, volute laterali e nicchie figurate, un’audace scelta stilistica che conferisce alla facciata un carattere distintivo. Le nicchie ospitavano statue dei santi titolari, Nereo e Achilleo, mentre una nicchia inferiore, ora perduta, probabilmente accoglieva l’immagine di Santa Domitilla.La scelta di utilizzare il graffito, una tecnica più comune nell’architettura civile, fu probabilmente dettata da considerazioni economiche e temporali. La realizzazione di una facciata in travertino, materiale più nobile e duraturo, avrebbe richiesto tempi e costi decisamente superiori. La tecnica del graffito, che prevede l’applicazione di due strati di intonaco, uno scuro e uno chiaro, incisi a mano per creare effetti chiaroscurali, si rivelò una soluzione efficace per ottenere un risultato estetico raffinato in tempi più brevi e con risorse limitate, dimostrando come l’ingegno e l’abilità artistica potessero superare vincoli economici senza compromettere la qualità del risultato finale. Il restauro ha quindi riportato alla luce non solo l’aspetto originale della facciata, ma anche le scelte creative e pragmatiche che hanno plasmato la storia di questa chiesa, testimonianza preziosa del patrimonio artistico e spirituale di Roma.

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