La celebrazione di San Giovanni a Torino, patrono della città, si tinge di amarezza e polemiche. L’imminente lancio della Grande Panda, un evento finanziato dal gruppo Stellantis, si configura come un’operazione di facciata, un tentativo di celare una realtà industriale in profonda trasformazione e, per certi versi, di dislocazione. La Fiom CGIL, sindacato dei metalmeccanici, ha manifestato pubblicamente il suo disappunto affiggendo striscioni in luoghi simbolo della città, evidenziando come la nuova vettura, presentata con grande clamore durante la festa patronale, non vedrà la luce nelle fabbriche torinesi.L’apparente gesto di vicinanza di Stellantis al territorio, attraverso il finanziamento delle celebrazioni, assume così i contorni di una beffa, un artificio volto a mascherare una strategia di delocalizzazione produttiva. La produzione della Grande Panda è stata infatti conferita allo stabilimento serbo, un segnale inequivocabile di una progressiva erosione del legame storico tra il gruppo e il Piemonte.In prospettiva futura, la commercializzazione della nuova Fiat Tipo, prevista in due versioni, rappresenta un’opportunità concreta per invertire questa tendenza. La destinazione produttiva di questa vettura a Mirafiori, sito industriale cruciale per l’economia locale, potrebbe costituire un gesto tangibile di attenzione verso la città e i suoi lavoratori. Come sottolinea Edi Lazzi, segretario generale della Fiom CGIL Torino, questo significherebbe un investimento significativo in termini di occupazione e sviluppo della filiera automotive piemontese.Il volume di produzione previsto per la nuova Tipo, stimato intorno ai 300.000 veicoli all’anno, avrebbe un impatto positivo considerevole, generando nuove opportunità di lavoro diretto e indiretto per l’indotto. La reale dimostrazione di impegno verso Torino e il Piemonte, secondo Gianni Mannori, responsabile Mirafiori della Fiom CGIL, risiederebbe proprio nella riconversione dello stabilimento torinese per la produzione della nuova Fiat Tipo.La festa di San Giovanni, tradizionalmente un momento di celebrazione dell’identità torinese, si trova quindi a coincidere con un momento di profonda riflessione sulla tenuta del tessuto industriale locale. Mentre la città festeggia il suo patrono, la speranza dei lavoratori e dei sindacati è che Stellantis dimostri un reale impegno verso il territorio, riconsegnando a Mirafiori un ruolo di primo piano nella produzione automobilistica, al di là di operazioni di immagine e di facciata. La crisi dello stabilimento di Mirafiori, che si fa sentire in modo sempre più pesante, richiede risposte concrete e durature, che vadano oltre i proclami e le celebrazioni.
San Giovanni a Torino: festa offuscata da polemiche industriali
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