Le organizzazioni sindacali Filt Cgil e Faisa Cisal dell’Umbria hanno proclamato uno sciopero, articolato in due giornate – quattro ore ad agosto e otto a settembre – e una manifestazione pubblica in Piazza Italia, di fronte al Palazzo della Regione, per contrastare una potenziale frammentazione del servizio di trasporto pubblico locale (TPL). Questa iniziativa sindacale si pone in diretto contrasto con le intenzioni della Giunta regionale, che, inaspettatamente, sembra intenzionata a riproporre una suddivisione del servizio in quattro lotti nella prossima procedura di affidamento, contraddicendo impegni elettorali e dichiarazioni espresse in precedenza quando l’attuale maggioranza era in opposizione.Durante un incontro con il Prefetto di Perugia, i segretari generali di Filt Cgil, Ciro Zeno, e Faisa Cisal, Cristian Di Girolamo, hanno denunciato la scelta come “particolarmente dannosa”, auspicando una revisione radicale della strategia regionale. La loro preoccupazione principale risiede nella potenziale erosione della qualità del servizio e nella conseguente destabilizzazione dell’intera filiera occupazionale.L’attuale amministrazione regionale, secondo i sindacali, appare succedersi alla precedente, perpetuando una visione del TPL che privilegia la logica del profitto a scapito dell’interesse collettivo. La divisione in lotti, in particolare, è vista come una minaccia alla continuità del servizio, alla sua accessibilità e alla sicurezza del lavoro. Si teme un aumento dei costi operativi, una diminuzione della frequenza delle corse e una ridotta copertura del territorio, con pesanti ripercussioni sui cittadini, soprattutto quelli residenti in aree periferiche o meno densamente popolate.I rappresentanti sindacali ribadiscono con forza la necessità di preservare il TPL come un servizio essenziale, universale e accessibile a tutti, un diritto fondamentale dei cittadini umbri. Richiedono alla Regione un cambio di paradigma, un approccio che metta al centro il benessere della comunità e la tutela del lavoro, piuttosto che una mera ottimizzazione dei costi attraverso la frammentazione del servizio. L’obiettivo è garantire un sistema di mobilità sostenibile, efficiente e socialmente equo, capace di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini e di contribuire allo sviluppo economico e sociale della regione. La protesta è dunque un appello a difendere un modello di trasporto pubblico che sia veramente al servizio della comunità, e non un mero oggetto di speculazione commerciale.
Umbria, sindacati in sciopero contro la frammentazione del TPL
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