L’inchiesta “Operazione Valdôsta” ha scosso la comunità sportiva e non solo, portando alla luce un’organizzazione complessa dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Otto individui sono attualmente sotto indagine, con accuse che spaziano dal traffico alla gestione di un’associazione a delinquere finalizzata al narcos. Tra i coinvolti spicca la figura di Domenico Cataldo, 39 anni, presidente della sezione locale della curva sud del Milan, residente ad Aosta. La sua posizione è particolarmente delicata, in quanto l’accusa lo ritiene il fulcro dell’attività illecita, presuntamente responsabile della pianificazione e del coordinamento delle operazioni di spaccio.Le indagini, condotte dalla squadra mobile, hanno preso avvio da un’ispezione presso la sede del club di Saint-Christophe, culminata nel sequestro di una modesta quantità di marijuana. Tuttavia, questo primo riscontro si è rivelato la punta di un iceberg, aprendo uno squarcio su un sistema più ampio e strutturato. Le attività di approvvigionamento, secondo quanto emerso, non si limitavano al territorio valdostano. L’organizzazione, infatti, si riforniva di cocaina, la sostanza stupefacente predominante nel giro, in centri strategici come Sesto San Giovanni, per poi trasportare la merce in auto nel capoluogo regionale.La Procura della Repubblica ha formulato richieste di misura cautelare diversificate: detenzione in carcere per alcuni, arresti domiciliari per altri e obblighi di firma per i restanti. Questa differenziazione delle misure riflette la diversa gravità delle responsabilità attribuite a ciascun indagato, in base al ruolo svolto all’interno dell’organizzazione criminale. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha rinviato la decisione, prendendo in esame i dettagli delle indagini e le motivazioni alla base delle richieste della Procura.L’indagine solleva interrogativi significativi sul fenomeno della criminalità organizzata che si insinua in contesti apparentemente legati al mondo dello sport, evidenziando come la passione per il calcio possa essere strumentalizzata per fini illeciti. La vicenda pone anche l’attenzione sulla necessità di rafforzare i controlli e le misure di prevenzione per contrastare efficacemente il traffico di droga e proteggere l’integrità del tessuto sociale. L’esito della decisione del GIP sarà cruciale per delineare la portata della responsabilità penale degli indagati e per fornire un segnale chiaro nella lotta contro la criminalità organizzata nel territorio valdostano.