Nel silenzio assordante di Garlasco, la villa dei Poggi è teatro di un’indagine forense di precisione inaudita. Un team specializzato del Ris (Raggruppamento Investigativo Scientifico) dei Carabinieri, agendo sotto la direzione della Procura di Pavia, ha avviato una complessa operazione volta a ricostruire, con tecnologie all’avanguardia, gli eventi tragici che nel 2007 strapparono Chiara Poggi alla vita.Lungi dall’essere una semplice operazione di sopralluogo, l’indagine si configura come un’imponente operazione di digitalizzazione tridimensionale. L’impiego di laser scanner di ultima generazione, strumenti capaci di catturare con elevatissima accuratezza la geometria interna ed esterna dell’abitazione, si affianca all’utilizzo strategico di droni, in grado di documentare dall’alto l’intero contesto ambientale.L’obiettivo primario degli inquirenti non si limita alla mera riproduzione virtuale della scena del crimine. L’indagine mira a svelare dettagli cruciali, spesso sfuggiti alle prime indagini, ricostruendo con rigore scientifico la dinamica dell’omicidio. In particolare, l’attenzione si concentra sulla ricostruzione dettagliata delle traiettorie ematiche, elementi fondamentali per comprendere l’evoluzione degli eventi e per confermare o confutare le diverse ipotesi formulate nel corso degli anni.Questa ricostruzione virtuale, oltre ad offrire una documentazione inalterabile dello stato dei luoghi, consente agli esperti di effettuare analisi complesse, visualizzare prospettive inusuali e simulare scenari possibili. La sovrapposizione dei dati acquisiti con le testimonianze raccolte e gli elementi già noti può portare a nuove interpretazioni e, potenzialmente, a colmare lacune investigative che hanno tenuto in sospeso la comunità per anni.L’indagine, che si inserisce in un quadro più ampio di revisione del caso, rappresenta un esempio concreto di come le moderne tecnologie forensi possano contribuire a garantire una più accurata e completa ricerca della verità, ponendo l’attenzione su aspetti finora trascurati e sperando di offrire alla famiglia Poggi e all’opinione pubblica una risposta definitiva a un dolore ancora vivo. La digitalizzazione della scena del crimine non è solo un esercizio tecnico, ma un atto di giustizia scientifica.