lunedì, 9 Giugno 2025
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Villammare, bambino di 9 mesi in pericolo: indagini aperti.

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Un’ombra di profonda inquietudine si è addensata sulla comunità di Villammare, frazione marina di Vibonati (Salerno), dove un infante di nove mesi versa in condizioni disperate all’ospedale Santobono di Napoli. L’inchiesta, ora affidata ai Carabinieri e alla Procura di Lagonegro (Potenza), si propone di illuminare le circostanze avvolgenti il grave episodio, un intreccio di presunte negligenze e potenziali abusi che hanno catapultato il bambino in un delicatissimo stato di salute.L’indagine, condotta con la meticolosità che richiedono i casi che coinvolgono la vulnerabilità infantile, si concentra sull’analisi di immagini provenienti da sistemi di videosorveglianza dislocati nell’area residenziale “Le Ginestre”, dove il bambino vive con la madre e il suo compagno. Questo esame approfondito, tecnologicamente avanzato, si focalizza su un orario preciso: tra le 12:15 e le 13:15 di giovedì scorso, un lasso temporale in cui, a quanto risulta dalle prime ricostruzioni, il neonato sarebbe rimasto solo in casa con la figura maschile legata alla sua famiglia. La scansione dei filmati, un’operazione complessa che richiede competenze specialistiche, mira a ricostruire con la massima accuratezza la dinamica degli eventi, escludendo o confermando ipotesi di violenza o trascuratezza.Oltre all’analisi dei video, i militari dell’Arma stanno conducendo una serie di audizioni. Testimonianze cruciali provengono dal padre biologico del bambino, una figura chiave per comprendere la sua storia familiare e le possibili relazioni con l’ambiente in cui è cresciuto, e da membri dell’entourage sociale e, potenzialmente, educativo del bambino. L’obiettivo è tracciare un quadro completo, non solo di ciò che è accaduto in quel preciso momento, ma anche di un contesto più ampio che potrebbe aver contribuito alla situazione attuale.La gravità del quadro clinico del piccolo, trasportato d’urgenza a Napoli in elisoccorso, è sottolineata dalle definizioni mediche: “stabile, ma estremamente critiche”. La prognosi rimane “riservata”, a causa delle profonde e multiple lesioni fisiche e del severo danno neurologico riscontrato dai medici, che sollevano seri interrogativi sulla natura dell’evento traumatico. L’indagine si muove ora su più fronti, alla ricerca della verità per far luce su questo tragico evento e, soprattutto, per assicurare alla giustizia i responsabili, al fine di garantire la protezione di tutti i minori vulnerabili. L’attenzione della Procura è focalizzata anche sulla verifica delle dinamiche relazionali all’interno del nucleo familiare, alla ricerca di eventuali segnali di disagio o situazioni di potenziale rischio che avrebbero potuto essere riconosciute e prevenute.

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