Il Caracalla Festival si appresta ad accogliere una nuova, vibrante interpretazione di *West Side Story*, un’opera che da quasi sette decenni continua a risuonare con potenza emotiva e attualità disarmante. Il regista Damiano Michieletto e il direttore d’orchestra Michele Mariotti, per la prima volta alle prese con questo capolavoro di Leonard Bernstein, affrontano una sfida artistica di notevole portata, offrendo un allestimento originale che si avvale dell’orchestra e del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, unitamente a un cast vocale di prim’ordine, specialisti del genere.Michieletto, forte di una libertà creativa che gli è stata concessa per la direzione artistica del Festival, ha scelto un luogo inusuale e densamente simbolico per ambientare la narrazione: una piscina abbandonata. Questo spazio, segnato dal degrado e dal tempo, evoca la nostalgia di un’innocenza perduta, il desiderio di gioco e di spensieratezza che si infrangono contro la realtà di un’esistenza segnata dalla violenza. Le rovine della piscina diventano metafora del sogno americano eroso, un contesto in cui lo scontro tra le bande, i Jets e gli Sharks, si manifesta come un’esigenza di riscatto, una ricerca spasmodica di identità e, soprattutto, di libertà. Un elemento di forte impatto visivo e concettuale introdotto dal regista veneziano è la presenza di un frammento arrugginito, un relitto, della fiaccola della Statua della Libertà. Questo dettaglio, apparentemente marginale, racchiude in sé un messaggio potente: il sogno americano, un tempo simbolo di speranza e opportunità, si è rivelato fragile e irraggiungibile per molti. Tuttavia, l’allestimento non si lascia sopraffare dal pessimismo. Al contrario, sottolinea la necessità di riaccendere la speranza, di rivendicare i principi fondanti di una società democratica: l’inclusività, la pari opportunità, l’uguaglianza e la giustizia. Si tratta di una chiamata all’azione, un invito a riscoprire e a difendere i valori che rendono una comunità veramente libera e giusta.*West Side Story*, ideata da Jerome Robbins e successivamente magistralmente diretta e coreografata dallo stesso, è il frutto di una collaborazione artistica straordinaria che include il libretto di Arthur Laurents e i testi poetici di Stephen Sondheim. La sua prima rappresentazione, al Winter Garden Theatre di New York nel 1957, ha segnato un punto di svolta nella storia del musical, e il recente adattamento cinematografico di Steven Spielberg, realizzato nel 2021 per celebrare il sessantesimo anniversario del film, ne ha ulteriormente amplificato la popolarità e la risonanza emotiva.L’eredità musicale di Bernstein è immensa, e *West Side Story* ne è una testimonianza eloquente. Brani come “America”, “Maria”, “Tonight”, “I Feel Pretty” e “Something’s Coming” sono diventati dei veri e propri inni, capaci di trascendere i confini geografici e culturali. La narrazione, liberamente ispirata a *Romeo e Giulietta* di Shakespeare, ambienta la storia nella New York degli anni Cinquanta, raccontando la tragica rivalità tra gli Sharks, giovani immigrati portoricani, e i Jets, una gang di ragazzi bianchi. Al centro del dramma, la storia d’amore impossibile tra Tony, ex membro dei Jets e migliore amico del loro capo Riff, e Maria, sorella del leader degli Sharks, Bernardo, un amore che si rivela un catalizzatore di violenza e tragedia, offrendo una profonda riflessione sulla natura umana e sulle conseguenze dell’odio e della discriminazione.
West Side Story: un Sogno Americano in Piscina al Caracalla
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