mercoledì, 2 Luglio 2025
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Zucchero a Verona: uno sfogo contro Bezos e la disumanità.

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Settembre, il mese del mio compleanno, si prospetta come una celebrazione musicale a Verona, un’alternativa al fascino lagunare di Venezia. Un’occasione per condividere note e riflessioni, in un’atmosfera che si preannuncia densa di significato, come quelle trasmissioni televisive che raggiungono un pubblico vastissimo.La serata di ieri, allo Stadio Euganeo, ha visto Zucchero Fornaciari, icona della musica italiana, abbandonarsi a un’esternazione inaspettata. Una reazione, una sorta di sfogo, rivolta verso l’opulenza e la sfarzo del matrimonio di Jeff Bezos a Venezia, un evento che, a suo dire, sembra irriverente e fuori luogo.L’artista, pur essendo un personaggio navigato nei circuiti internazionali, ha espresso un profondo senso di disagio, una sorta di smarrimento di fronte alle priorità del mondo contemporaneo. Ha delineato un quadro desolante, suggerendo una degenerazione etica diffusa, paragonando l’attuale panorama sociale a un insieme di individui corrotti, deviati dal percorso della rettitudine.La sua rabbia è diventata ancora più intensa quando ha sollevato la questione della sofferenza infantile nel mondo, un tema che, a suo avviso, viene deliberatamente ignorato o minimizzato. “Come si fa a non reagire, a non sentirsi sopraffatti dalla disumanità?” ha esclamato, consapevole della retoricità della sua affermazione, ma sentendo il bisogno di rompere il silenzio, di dare voce a un disagio condiviso.La sua riflessione si è conclusa con un amaro riconoscimento della profonda divisione che caratterizza la società contemporanea, una spirale di conflitti e rivalità che sembra priva di fine. L’artista, con la sua schiettezza disarmante, ha offerto uno sguardo critico e impietoso su un mondo che sembra aver perso la bussola, un monito a riscoprire i valori fondamentali dell’umanità e a combattere l’indifferenza di fronte alla sofferenza altrui. La sua protesta, al di là del contesto specifico, rappresenta un grido di allarme, un invito alla responsabilità e alla compassione in un’epoca segnata dalla disuguaglianza e dalla violenza.

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