Nuove prospettive per l’economia: stimoli agli investimenti, strategie nazionali pronte entro settembre per favorire la ripresa.

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12 febbraio 2024 – 12:13

Dopo una lunga e intensa trattativa che si è protratta per quasi 16 ore, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio europeo sono finalmente giunti a un accordo sulla riforma del Patto di stabilità. Questo risultato rappresenta una svolta significativa per l’Unione Europea, in quanto introduce importanti modifiche al modo in cui vengono gestiti gli investimenti pubblici e la spesa dei singoli Stati membri.L’accordo prevede innanzitutto che l’Eurocamera ottenga maggior spazio per gli investimenti pubblici, consentendo così di promuovere lo sviluppo economico e sociale all’interno dell’Unione. Inoltre, viene introdotta la possibilità di deviare dai percorsi di spesa concordati in caso di circostanze eccezionali, garantendo una maggiore flessibilità agli Stati nel gestire le proprie risorse finanziarie.Le nuove regole entreranno immediatamente in vigore: entro il 20 settembre di quest’anno, gli Stati dovranno presentare i loro piani di spesa per i prossimi quattro anni, con la possibilità di estenderli fino a sette anni. Questo permetterà una pianificazione più accurata e a lungo termine degli investimenti pubblici.Per favorire ulteriormente gli investimenti, il Parlamento europeo ha ottenuto che la spesa nazionale relativa al cofinanziamento dei progetti finanziati dall’Unione Europea venga esclusa dal calcolo complessivo della spesa pubblica. Inoltre, gli investimenti già avviati in settori prioritari come la transizione climatica, la digitalizzazione, la sicurezza energetica e la difesa saranno presi in considerazione nella valutazione della deviazione dai piani di spesa, evitando così sanzioni per disavanzo eccessivo.In caso di circostanze eccezionali che possano avere un impatto significativo sul bilancio degli Stati, sarà possibile richiedere una deviazione temporanea dai piani di spesa concordati. Questa possibilità potrà essere prorogata fino a un anno, se necessario. Tuttavia, è importante sottolineare che l’accordo raggiunto rappresenta una mediazione tra le diverse posizioni espresse dai 27 Stati membri dell’Unione Europea e tiene conto delle proposte avanzate dalla Commissione europea per rivedere le intese comuni sui conti pubblici.Durante i negoziati, si è registrata una particolare richiesta da parte del Parlamento europeo di garantire maggior spazio per gli investimenti pubblici. Tuttavia, il margine di manovra dei 27 Stati era estremamente limitato a causa delle complesse trattative precedenti tra i cosiddetti “paesi frugali” e gli altri membri dell’Unione. Nonostante ciò, l’accordo finale ha trovato un compromesso equilibrato che soddisfa le esigenze di tutti i paesi coinvolti.La riforma del Patto di stabilità si basa su piani pluriennali di spesa che garantiranno agli Stati membri una certa autonomia nella gestione delle proprie risorse finanziarie. Tuttavia, sarà sempre la Commissione europea a calcolare l’obiettivo di aggiustamento o “traiettoria tecnica” per garantire un controllo adeguato del debito pubblico.Inoltre, su richiesta dei “paesi frugali”, in particolare la Germania, sono state introdotte delle “salvaguardie” che impegnano i paesi a ridurre il proprio debito pubblico e il deficit in modo graduale. Queste misure prevedono una riduzione annua dello 0,5% e dell’1% per i paesi con un rapporto debito/PIL superiore rispettivamente al 60% e al 90%. Inoltre, si mira a portare il deficit pubblico all’1,5% del PIL, anziché al limite massimo del 3% stabilito dai trattati.L’accordo raggiunto rappresenta un importante passo avanti nella gestione dei conti pubblici europei e nell’incentivazione degli investimenti pubblici. Si tratta di una riforma amb

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