07 febbraio 2024 – 15:11
Il processo di Appello bis che coinvolge la famiglia Gasparella di Aosta, accusata di esercizio abusivo della professione odontoiatrica, ha raggiunto una svolta significativa con le richieste del procuratore generale di Torino. Dopo un’attenta valutazione delle prove presentate, il procuratore ha chiesto che vengano confermate le condanne per i membri della famiglia Gasparella: Silvio, il capofamiglia e odontotecnico di 60 anni, dovrebbe scontare nove mesi di reclusione; sua moglie Laura Padoin, assistente alla poltrona di 62 anni, sette mesi; e il figlio Mattia Gasparella, igienista dentale di 39 anni, nove mesi.Tuttavia, una sorpresa è emersa durante l’udienza. Il procuratore ha invece chiesto l’assoluzione per Gian Enrico Aguzzi, un medico odontoiatra di 67 anni proveniente dalla provincia di Monza. Secondo le indagini condotte e le prove presentate in aula, sembra che Aguzzi non abbia alcuna responsabilità nell’esercizio abusivo della professione da parte della famiglia Gasparella.Questa richiesta dell’accusa rappresenta uno sviluppo significativo nel caso in questione. A settembre dello scorso anno, la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza d’appello precedente che aveva condannato i quattro imputati. Nel gennaio del 2022 erano stati assolti in primo grado “perché il fatto non sussiste”. Ora, con il nuovo processo d’appello in corso, la situazione si complica ulteriormente.Dopo la lettura della relazione da parte del procuratore generale e le richieste avanzate, il processo è stato rinviato al 17 maggio. Sarà in quella data che avranno l’opportunità di esprimersi la parte civile e la difesa. Saranno ascoltate le argomentazioni delle due parti coinvolte nel caso, ognuna con il proprio punto di vista e le proprie ragioni.L’esito finale di questo processo d’appello sarà cruciale per determinare la responsabilità dei membri della famiglia Gasparella e stabilire se Aguzzi sia effettivamente estraneo all’accusa. La decisione presa dal tribunale avrà un impatto significativo sulla vita di tutte le persone coinvolte e potrebbe gettare nuova luce sul tema dell’esercizio abusivo della professione odontoiatrica.
