Ombra del rito sciamanico: la tragedia di Alex Marangon e l’uso dell’ayahuasca

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L’ombra del rito sciamanico, con l’utilizzo di un decotto psichedelico a base di ayahuasca e preparato con una varietà di piante amazzoniche, si staglia inquietante sulla tragica scomparsa di Alex Marangon, il giovane barista di 25 anni residente a Marcon (Venezia). Il mistero che circonda la sua morte avvenuta il 30 giugno e il ritrovamento del suo corpo senza vita due giorni dopo su un isolotto del fiume Piave a Ciano del Montello (Treviso) ha scosso profondamente la comunità locale. Le indagini delle autorità sono ancora in corso per cercare di fare chiarezza su quanto accaduto in quella notte fatale.La pratica dell’ayahuasca, una bevanda tradizionale utilizzata da popolazioni indigene dell’Amazzonia per fini spirituali e terapeutici, ha destato preoccupazione e curiosità nell’opinione pubblica, portando alla ribalta tematiche legate alla sicurezza e all’uso consapevole di sostanze psicoattive. La ricerca di esperienze estatiche o visionarie attraverso l’assunzione di queste sostanze può comportare rischi significativi se non accompagnata da una preparazione adeguata e da un contesto appropriato.La morte di Alex Marangon rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di approfondire la conoscenza e la consapevolezza riguardo alle pratiche sciamaniche contemporanee e all’utilizzo delle piante psichedeliche. È fondamentale promuovere un dialogo aperto e informato sull’argomento, evitando sia il sensazionalismo che la demonizzazione delle tradizioni millenarie legate all’uso ritualistico delle piante nella cultura amazzonica.In questo contesto complesso si pongono interrogativi sulle dinamiche sociali e culturali che possono influenzare le scelte individuali riguardanti l’esplorazione della coscienza attraverso mezzi non convenzionali. La ricerca spirituale e la curiosità verso dimensioni interiori più profonde sono parte integrante dell’esperienza umana, ma è importante farlo in modo responsabile e consapevole dei potenziali rischi coinvolti.La vicenda di Alex Marangon ci invita quindi a riflettere sulla fragilità della vita, sull’imprevedibilità degli eventi e sull’importanza di perseguire la conoscenza con umiltà e rispetto verso le forze misteriose che permeano l’universo. Che la sua memoria sia un monito a vivere ogni istante con gratitudine ed apertura verso l’imprevisto, custodendo nel cuore il valore prezioso della propria esistenza.

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