Omicidio in Valle d’Aosta, l’episodio cruciale dell’aggravante della premeditazione

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La procura d’Aosta ritiene che l’episodio di Sohaib Teima, ventiduenne originario di Fermo e autore dell’omicidio della giovane Auriane Laisne, sia cruciale per delineare i contorni dell’aggravante della premeditazione. Questo tentativo, avvenuto pochi giorni prima del tragico evento, si inserisce nella vicenda complessa in cui la vittima era stata denunciata alla questura di Fermo per presunte minacce subite dal giovane, ipotesi che gli inquirenti reputano fondamentale per comprendere i retroscena dell’assassinio.Il 1° marzo dell’anno scorso Teima aveva cercato di far arrestare Auriane Laisne al controllo della polizia di frontiera all’aeroporto di Fiumicino, proponendo un bagaglio controllato contenente circa sessanta grammi di cocaina. Gli investigatori rilevano che questo gesto, compiuto solo pochi giorni prima del brutale assassinio nella Valle d’Aosta, avrebbe costituito il passaggio iniziale per l’aggravante della premeditazione.Il processo si terrà presso la Corte di Assise di Aosta e sarà aperto l’7 maggio. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Aosta, sotto la supervisione del procuratore Luca Ceccanti ed a cura del pm Manlio D’Ambrosi. L’avvocato Jacques Fosson rappresenta i genitori della vittima.L’episodio delle presunte minacce subite da Teima è una componente fondamentale della vicenda, che avrebbe potuto influenzare il comportamento del giovane e le sue scelte. Le inchieste hanno rivelato che Auriane Laisne era stata colpita con un’arma da taglio alla gola in località La Salle nella Valle d’Aosta, causando la morte per asfissia meccanica.La lesione profonda di circa due centimetri sotto la mandibola sinistra ha generato un’emorragia nei polmoni che ne determinò la morte. I reperti svelano che Teima usò i pantaloni della tuta appartenenti alla vittima per tamponare il sangue, seppellendoli in un anfratto vicino alla chiesetta diroccata della frazione Equilivaz.In base alle indagini condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Aosta e all’assistenza del pm Manlio D’Ambrosi sotto la guida del procuratore Luca Ceccanti, risulta probabile che Teima abbia raggiunto l’Italia con Auriane cercando un luogo isolato per compiere il crimine senza essere notato, in modo da poter allontanarsi facilmente dal posto dell’omicidio e ritornare in Francia.

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