25 ottobre 2024 – 08:45
Roberto Di Benedetto, 51 anni, operatore socio sanitario, ha vissuto un’esperienza traumatica che lo ha portato a intraprendere azioni legali contro l’azienda sanitaria 4 che gestisce le aree di Ciri, Chivasso e Ivrea. Il 1 febbraio è stato aggredito da un individuo in uno stato di alterazione al pronto soccorso di Ivrea, subendo una frattura al quinto metacarpo a causa di un calcio alla mano destra. Questo incidente lo ha costretto a rimanere a casa per 115 giorni, privandolo del suo sostentamento e costringendolo ad affrontare un lungo periodo di riabilitazione dopo l’intervento chirurgico.Ciò che ha colpito profondamente Di Benedetto non è solo il danno fisico e economico subito, ma anche il totale silenzio e l’assenza di solidarietà da parte dei vertici dell’ASL To4. Nessuna chiamata per sincerarsi delle sue condizioni o offrire supporto in un momento così difficile. Questa mancanza di empatia lo ha spinto a rivolgersi alla giustizia civile per ottenere giustizia e risarcimento per quanto subito.La mancanza di comunicazione e sostegno da parte dell’ente sanitario durante il suo calvario personale ha lasciato un’impronta indelebile sulla sua esperienza e sulle sue aspettative nei confronti delle istituzioni sanitarie. La solitudine e la mancanza di attenzione hanno reso ancora più doloroso il processo di guarigione fisica e psicologica per Di Benedetto, che ora cerca giustizia attraverso le vie legali.Questa vicenda evidenzia non solo la necessità di maggiore sensibilità e umanità nelle relazioni tra operatori sanitari e pazienti, ma anche l’importanza del supporto istituzionale in situazioni di emergenza e crisi personali. Roberto Di Benedetto simboleggia la voce di coloro che si trovano vulnerabili nel sistema sanitario, in cerca non solo di cure fisiche ma anche di sostegno emotivo ed empatico durante i momenti più difficili della loro vita.