06 giugno 2024 – 10:35
L’operazione Albania, su cui la premier italiana è pronta a scommettere la sua credibilità in Europa riguardo alla strategia di esternalizzazione del controllo delle frontiere, comporterà un aumento inevitabile dei costi. Relying sul solido patto con il primo ministro albanese Edi Rama e con il presidente tunisino Kais Saied, l’Italia ha già stanziato 100 milioni di euro per il 2024 per sostenere lo Stato e le PMI tunisine. Senza dimenticare i costi legati alla fornitura di mezzi per il controllo delle frontiere terrestri e all’assistenza tecnica per la creazione della zona Sar in Tunisia, parte integrante dell’accordo con questo paese.Recentemente a Roma è stato elaborato un piano da presentare alle autorità marittime internazionali per definire l’area che comprende la rotta molto trafficata verso Lampedusa, dove le autorità di ricerca e soccorso saranno tunisine. Le ONG dovranno quindi fare riferimento a queste autorità, suscitando già opposizioni. “Non accetteremo mai di riportare i migranti in Tunisia,” ha dichiarato Luca Casarini.L’Italia prevede di investire un miliardo di euro per contrastare i flussi migratori, aggirando gli accordi internazionali e i diritti umani, pur consapevole dell’alta probabilità che l’esternalizzazione delle richieste d’asilo venga bloccata dalla magistratura fin dall’inizio. A Schengjin Giorgia Meloni ha addirittura ipotizzato un possibile risparmio: “Con la capacità attuale al massimo regime e considerando i migranti non accolti in Italia risparmieremmo 136 milioni di euro.” Inoltre, se i centri fossero già operativi avremmo potuto accogliere qui 5500 persone.