Un’operazione di vasta portata condotta dalle autorità giudiziarie italiane ha portato alla luce un intricato sistema di falsificazione documentale e sfruttamento illegale di decine di badanti georgiane sul territorio nazionale. Cinquantadue perquisizioni sono state eseguite in varie regioni d’Italia, con 19 persone arrestate e 17 denunciate a piede libero. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Udine sotto il coordinamento della Procura della Repubblica locale, è stata avviata in seguito a segnalazioni provenienti dagli Uffici territoriali delle Agenzie delle Entrate.Le badanti coinvolte nel caso si presentavano come cittadine comunitarie provenienti da paesi come la Slovacchia, la Polonia e la Lituania, utilizzando documenti falsi per ottenere il codice fiscale comunitario e accedere al mercato del lavoro italiano. Questo artificio consentiva loro di beneficiare di agevolazioni fiscali e sanitarie riservate ai cittadini dell’Unione Europea, eludendo le normative che regolano l’ingresso e la permanenza dei cittadini extracomunitari in Italia.Dopo aver acquisito i documenti necessari, le donne si trasferivano in diverse province italiane dove trovavano più facilmente impiego nel settore dell’assistenza domiciliare. Le perquisizioni hanno interessato varie zone del Paese, tra cui le province di Udine, Pordenone, Bolzano, Venezia, Gorizia, Pistoia, Firenze, Torino, Lecce, Latina, Varese, Belluno e Prato. Questa operazione ha messo in luce un fenomeno diffuso ma nascosto che sfrutta la vulnerabilità delle lavoratrici straniere per fini illeciti sul suolo italiano.
Operazione giudiziaria smaschera rete di falsificazioni documentali e sfruttamento illegale di badanti georgiane in Italia.
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