25 ottobre 2024 – 17:12
Le indagini condotte nell’ambito dell’operazione “No name” hanno portato alla luce un intricato sistema di riciclaggio di denaro sporco proveniente da attività illecite, che veniva reinvestito sia in Cina attraverso transazioni finanziarie su conti virtuali basate su documenti falsi, sia in Italia per finanziare settori come la ristorazione, l’acquisto di auto di lusso e immobili. I finanzieri del Comando provinciale di Ancona hanno smascherato un’organizzazione criminale di origine cinese dedita alla frode fiscale internazionale e al riciclaggio di denaro, agendo su incarico dell’European Public prosecutor’s Office (Eppo) con sedi operative a Milano e Bologna.Le attività investigative hanno portato all’esecuzione di nove misure cautelari personali e al sequestro di beni per un valore complessivo di 116 milioni di euro appartenenti alla banda criminale radicata principalmente nel Maceratese ma con tentacoli estesi in diverse regioni del territorio italiano. Questa “mega-lavatrice” finanziaria ha messo in evidenza la complessità e l’estensione delle reti criminali internazionali che operano nel settore del riciclaggio di denaro sporco, dimostrando la necessità costante di vigilanza e azione da parte delle autorità competenti per contrastare efficacemente tali fenomeni.La scoperta di questo sistema sofisticato e ben organizzato mette in risalto l’importanza della cooperazione tra le forze dell’ordine a livello nazionale ed europeo per contrastare le attività illecite legate al riciclaggio di capitali. L’impegno dei finanzieri nel seguire il flusso del denaro sporco e individuare le sue ramificazioni ha permesso di interrompere un circuito criminale che minava l’integrità del sistema finanziario e metteva a rischio la stabilità economica dei paesi coinvolti.