28 novembre 2024 – 02:30
Nel cuore della movimentata Catania, tra i vicoli del centro storico, le forze dell’ordine della Polizia Postale sono partite all’attacco e si sono rapidamente spostate verso i suggestivi canali di Amsterdam. Inizialmente, nessuno avrebbe mai immaginato che quel misterioso siciliano sempre in viaggio con la sua borsa da 24 ore potesse rivestire un ruolo così cruciale. Eppure, ad Amsterdam si incontrava regolarmente con un croato, un olandese, un romeno e un inglese. Questo era il fulcro del cartello europeo dei pirati televisivi, che aveva saputo creare una rete illegale per diffondere i contenuti delle principali piattaforme internazionali come Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, Paramount e Disney.Con il sequestro di ben 2.500 canali illegali e il blocco di 22 milioni di utenti in Italia e altri sette paesi coinvolti, l’operazione ha svelato uno sconvolgente scenario: bastavano soltanto 10 euro per ottenere un abbonamento illegale che permetteva l’accesso a oltre 400 piattaforme televisive. L’organizzazione criminale vantava un incredibile giro d’affari annuo di ben tre miliardi di euro. Ancora più impressionante era il danno inflitto alle pay-tv stimato intorno ai 10 miliardi.Il recente blitz denominato “Taken Down” ha scosso l’intera Europa: in Italia sono state condotte ben 89 perquisizioni. Le indagini hanno avuto origine da una Iptv gestita da un catanese che promuoveva attivamente l’offerta a soli 10 euro. Passo dopo passo, gli inquirenti hanno seguito le tracce fino a smascherare il cartello dei pirati televisivi.Ma come operava questa organizzazione criminale? Essa attivava diversi abbonamenti sulle piattaforme legali utilizzando spesso nomi di fantasia o prestanome al fine di garantire un flusso costante sui canali pirata. La banda aveva istituito vere e proprie centrali per la distribuzione dei segnali illegali. Ai clienti veniva fornito un link diretto per accedere ai contenuti rubati.Durante le perquisizioni sono state rinvenute criptovalute per oltre un milione e seicentomila euro insieme a una somma in contanti pari a quarantamila euro. Un colpo duro contro il mercato nero delle trasmissioni televisive che ha portato alla luce una sofisticata rete criminale internazionale pronta a lucrare sulla violazione dei diritti d’autore e delle leggi sul copyright.