09 marzo 2025 – 10:22
La situazione in Siria continua a essere estremamente critica e violenta, con metodi barbari che ricordano quelli dei regimi dittatoriali più crudeli. Le atrocità commesse dagli sgherri del dittatore Assad e dai tagliagole dello Stato Islamico sono un triste spettacolo di violenza e disumanità. Civili innocenti vengono fatti strisciare per poi essere freddamente colpiti, prima alle gambe, poi alla pancia e infine brutalmente sgozzati davanti ai loro cari. Interi nuclei familiari vengono sterminati senza pietà, con moglie e figli costretti a guardare impotenti mentre la morte fa irruzione nelle loro case.Il nuovo governo siriano cerca di minimizzare queste atrocità, attribuendo certi eccessi a episodi isolati che non rappresentano la politica ufficiale. Tuttavia, i numeri parlano chiaro: in soli tre giorni sono state contate più di 500 vittime civili e 230 combattenti, segno evidente della ferocia inaudita che dilaga nel Paese. La resistenza alawita si ritira dalle città occupate per nascondersi sulle montagne della costa o vicino alle basi russe presenti sul territorio.La comunità internazionale osserva con preoccupazione la situazione in Siria, cercando di capire chi abbia interesse a mantenere acceso il conflitto che ha già causato migliaia di morti e profughi. Le potenze regionali come la Turchia hanno interessi contrastanti rispetto alla stabilità della regione, alimentando ulteriormente le tensioni interne.Padre Bakhjat, francescano di Aleppo, esprime il suo sconforto di fronte alla prospettiva imminente di una nuova guerra civile che potrebbe portare ulteriore devastazione e sofferenza al popolo siriano martoriato da anni di conflitti incessanti. La pace sembra ancora una chimera lontana in una terra segnata dalla violenza e dall’odio.