“Padre di Lucie morta: nessun genitore deve soffrire così”

Date:

04 febbraio 2025 – 18:01

Jean Pierre Boch, il padre di Lucie, la bambina di quasi tre anni deceduta all’ospedale Beauregard di Aosta, si è impegnato a migliorare le procedure affinché nessun genitore debba mai vivere il dolore che lui e sua moglie hanno dovuto sopportare. Le indagini sulla morte della piccola sono ancora in corso e la procura ha avviato un’indagine per omicidio colposo nei confronti di tre pediatri che l’hanno visitata. Il 9 giugno, Lucie è stata portata al pronto soccorso pediatrico del Beauregard perché non smetteva di vomitare. Dopo una breve visita, è stata dimessa otto minuti dopo. Il giorno successivo, la bambina è stata riportata in ospedale poiché le sue condizioni non miglioravano. Nonostante fosse stata tenuta sotto osservazione, il suo stato di salute si è aggravato fino alla tragedia. L’autopsia ha rivelato che Lucie soffriva di un’ernia diaframmatica congenita, una patologia caratterizzata da un’anomalia nella formazione del diaframma. I consulenti nominati dalla procura hanno anche evidenziato che durante i tentativi di rianimazione, lo stomaco e la milza della piccola erano spostati nella cavità toracica, causando lesioni allo stomaco durante le manovre di salvataggio.I genitori di Lucie hanno lanciato due petizioni online per chiedere giustizia e miglioramenti nel sistema sanitario. Una delle petizioni mira ad abolire la regola che consente l’accesso al pronto soccorso pediatrico a un solo genitore alla volta, sottolineando l’importanza della presenza sia del padre che della madre in situazioni critiche come quella vissuta da Jean Pierre Boch e sua moglie. La seconda petizione richiede un corso obbligatorio sulle relazioni e comunicazioni pediatriche per il personale medico e infermieristico al fine di promuovere maggiore empatia e umanità nei confronti dei pazienti e delle loro famiglie.Jean Pierre Boch ha espresso profonda indignazione per l’accoglienza ricevuta al pronto soccorso pediatrico e ha raccontato come la mancanza di empatia e umanità da parte del personale abbia contribuito alla tragica morte di sua figlia. È fondamentale garantire che i genitori siano ascoltati e supportati durante situazioni critiche come quelle vissute dalla famiglia Boch, affinché nessun’altra famiglia debba attraversare un simile dolore a causa delle carenze nel sistema sanitario.

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