venerdì, 4 Luglio 2025
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Ciwara, Palermo: Un Ponte tra Africa e Italia, tra Sapore e Legalità

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Nel cuore pulsante della Vucciria, uno dei mercati storici di Palermo, si erge il ristorante Ciwara, un’oasi culturale e gastronomica portata in Sicilia da Doudou Diouf, un uomo senegalese con un sogno: tessere un ponte tra l’Africa e l’Italia, attraverso i sapori autentici e le tradizioni ancestrali del suo continente. La storia di Ciwara è un racconto di resilienza, di aspirazioni artistiche e di un profondo rispetto per la legalità, interrotto bruscamente dal sequestro del locale e poi prontamente revocato dal tribunale del Riesame, evidenziando la fragilità di un’iniziativa culturale spesso ostacolata da pregiudizi e incomprensioni.L’arrivo di Diouf in Italia, diciassette anni fa a Catania, ha segnato l’inizio di un percorso artistico e umano che lo ha portato a collaborare con la cantautrice siciliana Matilde Politi. Insieme, hanno intravisto la possibilità di creare uno spazio che trascendesse la semplice ristorazione, un luogo di incontro e di scambio culturale. L’ambizione era quella di insediarsi in zone prestigiose della città, come via Libertà o via Notarbartolo, ma le difficoltà incontrate, legate alla diffidenza dei proprietari immobiliari e agli elevati costi di affitto, hanno reso necessaria una scelta diversa. È così che, nel 2018, Ciwara ha trovato la sua casa nella vibrante, caotica, e a tratti ostile atmosfera della Vucciria, in piazza Caracciolo, un crocevia di storie e di vite.Il nome del ristorante affonda le sue radici nella ricca simbologia delle maschere rituali Bambara, raffiguranti l’antilope, animali sacri che incarnano l’eleganza, l’agilità e l’armonia con la natura. Questa iconografia non è solo un elemento decorativo, ma un vero e proprio manifesto culturale, un invito a riscoprire il patrimonio immateriale dell’Africa. La concessione del locale non fu scontata, come racconta Diouf: “Non è stato semplice convincere il proprietario a concedermi i locali in affitto – ammette – ma una volta che mi ha conosciuto, tutto è diventato più semplice. Adesso anche alcuni familiari del proprietario portano avanti il progetto del Ciwara.”Diouf, formatosi nel suo paese natale con tre anni di servizio militare, sottolinea il suo profondo rispetto per la legge e le ordinanze comunali, nonostante una serie di controlli e verbali che ha sempre accettato senza contestare. L’episodio del 6 giugno, con il sequestro improvviso del locale, ha rappresentato una frattura, un evento inaccettabile per un uomo che ha sempre operato nel rispetto delle regole.L’accusa di aver trasformato il locale in una discoteca affollata, pur essendo autorizzato alla diffusione di musica, è apparsa infondata e smentita dalle immagini delle telecamere, presentate con successo dall’avvocato Alessandro Crociata al tribunale del Riesame. La revoca del sequestro ha confermato la legittimità dell’attività e la correttezza del comportamento di Diouf.Per il proprietario di Ciwara, rimane un mistero perché la polizia municipale abbia formulato contestazioni così pesanti da portare anche a una denuncia penale. Ora, in attesa delle motivazioni del dissequestro, è in corso una valutazione di ulteriori azioni legali, non solo per il danno economico subito, ma soprattutto per affermare, con chiarezza e definitiva, l’integrità del lavoro svolto e il valore dell’iniziativa culturale che Ciwara rappresenta per la città di Palermo e per il dialogo interculturale. Il ristorante si configura, così, come un simbolo della lotta per la dignità, per il diritto di esprimere la propria identità e per il riconoscimento del contributo che le culture migranti possono offrire alla società italiana.

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