mercoledì 10 Settembre 2025
23.1 C
Palermo

Crisi 118 in Sicilia: carenza di medici mette a rischio l’emergenza.

Il Servizio di Emergenza-Urgenza 118 in Sicilia si trova ad affrontare una crisi sistemica che rischia di compromettere la sicurezza e la salute dei cittadini.
Al di là delle criticità momentanee, si manifesta una carenza strutturale di personale medico specializzato, un problema che affonda le radici in dinamiche più ampie che riguardano l’intero sistema sanitario nazionale.
L’attuale situazione, aggravata da assenze dovute a ferie, malattia e burnout del personale esistente, espone il servizio a rischi inaccettabili, richiedendo un intervento d’urgenza e una riorganizzazione profonda.

Le segnalazioni provenienti dai sindacati Fials e dalla Federazione Medici del Territorio hanno messo in luce una realtà allarmante: equipaggi di ambulanze operanti in condizioni di sotto-presidio, con un numero di operatori inferiore a quello previsto dalla normativa.
Questa carenza non solo configura una problematica di responsabilità professionale per il personale in servizio, ma genera un effetto domino che si traduce in un aumento delle richieste di supporto per gli interventi, con un conseguente sovraccarico del sistema.
Il sistema 118 siciliano, che dovrebbe disporre di 252 ambulanze giornaliere, di cui 108 con medico a bordo, fatica a mantenere questi standard minimi.

Pur rispettando i parametri nazionali che prevedono un medico ogni 60.000 abitanti, la complessità geografica e demografica dell’isola richiede un presidio ancora più robusto.

Il deficit attuale è drammatico: su 590 posizioni mediche previste, solo 410 sono effettivamente occupate, con una lacuna di 180 professionisti.
Le cause di questo vuoto sono molteplici e interconnesse.
Un fattore determinante è la preferenza sempre maggiore, da parte dei medici specializzati in emergenza, per l’esercizio della medicina di base, un percorso che offre maggiore stabilità e, spesso, migliori condizioni contrattuali.

I bandi annuali per il reclutamento di Medici EST (Emergenza Sanitaria Territoriale) si rivelano sempre più deserti, rendendo difficile garantire la continuità del servizio.
Il processo di reclutamento, pur prevedendo bandi specifici e graduatorie gestite dalle Asp territoriali, non riesce ad attrarre un numero sufficiente di candidati.

L’incentivo offerto ai medici anestesisti delle Asp, chiamati a completare l’orario di servizio, si rivela insufficiente a colmare il gap.

La declassazione delle ambulanze medicalizzate, ovvero la loro temporanea indisponibilità per mancanza di medico, è una conseguenza diretta di questo quadro critico.

Ferie, malattie e il superamento delle ore di straordinario, pur necessarie per garantire il diritto al riposo del personale, contribuiscono a ridurre il numero di ambulanze attive, esponendo ulteriormente il sistema al rischio.
La situazione attuale non può essere considerata una semplice emergenza temporanea, ma riflette una profonda crisi di sistema che richiede un intervento radicale.
È indispensabile non solo incrementare il numero di medici disponibili, ma anche rivedere le politiche di incentivazione, migliorare le condizioni di lavoro e offrire percorsi di carriera più attrattivi per i professionisti dell’emergenza.

È altresì cruciale un ripensamento strategico della distribuzione delle risorse e un potenziamento della formazione e della specializzazione in questo ambito cruciale della sanità pubblica.
L’audizione da parte dell’ARs, richiesta dai sindacati, rappresenta un’opportunità fondamentale per affrontare queste problematiche e definire soluzioni concrete e durature, tutelando la salute e la sicurezza dei cittadini siciliani.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -