L’attività eruttiva dell’Etna sta manifestando un progressivo ridimensionamento, un fenomeno osservabile attraverso una significativa diminuzione del cosiddetto “tremore vulcanico”.
Questo parametro, cruciale nel monitoraggio vulcanologico, riflette le dinamiche di risalita del magma all’interno delle complesse strutture conduttive che serpeggiano nel sottosuolo etneo.
La transizione da livelli di tremore elevati a valori medi-bassi, rilevata dalla rete di sorveglianza dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Osservatorio Etneo di Catania, indica un rallentamento nell’impegno ascensionale del magma.
L’attuale scenario eruttivo è caratterizzato da una diminuzione dell’intensità degli eventi stromboliani al Cratere di Sud-Est, accompagnata da un arretramento dei flussi lavici, che precedentemente si erano manifestati attraverso diverse fratture ad alta quota.
Questo quadro suggerisce una fase di “distensione” per l’eruzione, sebbene non preluda a una sua conclusione immediata.
È fondamentale sottolineare che l’Etna, per sua natura, rappresenta un sistema vulcanico intrinsecamente complesso e imprevedibile.
La sua storia eruttiva è costellata di oscillazioni accentuate, di rapidi passaggi da periodi di intensa attività a fasi di relativa quiescenza, fenomeni che rendono difficile qualsiasi previsione a lungo termine.
La variabilità intrinseca del vulcano richiede un monitoraggio costante e un’interpretazione flessibile dei dati.
Nonostante la riduzione dell’attività, il rischio associato all’Etna rimane elevato.
La dinamica vulcanica è influenzata da una miriade di fattori, tra cui la composizione del magma, la pressione interna del vulcano e le interazioni con le strutture geologiche circostanti.
Qualsiasi cambiamento nella pressione del sistema vulcanico potrebbe innescare una ripresa dell’attività, anche in forma inaspettata.
Allo stato attuale, l’avviso per il traffico aereo, rappresentato dal VONA (Volcano Observatory Notice for Aviation), rimane di livello arancione, un indicatore che segnala un’attività significativa ma che non compromette al momento la piena operatività dell’Aeroporto Internazionale Vincenzo Bellini di Catania.
L’INGV mantiene un monitoraggio intensivo, pronto a fornire aggiornamenti tempestivi in caso di evoluzioni significative dell’eruzione.
La gestione del rischio vulcanico si fonda sulla combinazione di un monitoraggio accurato, una comunicazione efficace e una pianificazione preventiva.