lunedì 15 Settembre 2025
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Minori a rischio: crack, scuola e spirali di degrado.

L’emergenza che coinvolge i minori in contesti di vulnerabilità sociale e marginalità urbana richiede un approccio sinergico e proattivo, fondato su una rete di collaborazione tra istituzioni, scuole e servizi sociali.

L’importanza del sistema scolastico come primo osservatorio privilegiato è cruciale: gli insegnanti e il personale educativo sono spesso i primi a percepire segnali di disagio, comportamenti anomali o cambiamenti repentini che possono preludere a traiettorie pericolose.
La tempestività dell’intervento è un fattore determinante per poter offrire supporto e protezione adeguati.

La diffusione del consumo di sostanze stupefacenti, in particolare il crack, rappresenta una sfida particolarmente allarmante.

L’età media di accesso a queste sostanze si sta abbassando in modo preoccupante, con casi sempre più frequenti di minori di soli undici o dodici anni coinvolti in dipendenze gravissime.
La facilità di accesso, i costi relativamente contenuti, la modalità di assunzione che esclude l’utilizzo di strumenti pericolosi come aghi, e la potenza neurotossica del crack, creano una combinazione letale per lo sviluppo psicosociale dei giovani.

L’effetto devastante del crack non si limita alla sfera fisica e neurologica.
L’alterazione delle funzioni cognitive e del controllo degli impulsi, induce comportamenti aggressivi e delinquenziali.

Si assiste a un progressivo escalation di reati, che passa da furti predatori a rapine efferatte, perpetrate unicamente per finanziare l’acquisto della sostanza.

Questo quadro allarmante impone un’azione urgente e coordinata.
Un aspetto particolarmente inquietante è l’utilizzo di minori come meri strumenti nelle attività di spaccio.

Spesso si tratta di bambini in età così tenera da non comprendere appieno la gravità delle azioni che stanno compiendo, ignari della natura illegale della merce che trasportano o vendono.

La legge, nel tentativo di tutelare i minori, stabilisce l’imputabilità a partire dai quattordici anni.
Questa circostanza, purtroppo, rende i bambini più piccoli particolarmente vulnerabili e appetibili per le organizzazioni criminali, che ne approfittano per eludere le conseguenze legali.
L’abbandono scolastico, pur in lieve diminuzione, continua a rappresentare un fattore di rischio significativo.
L’assenza di un percorso educativo strutturato e di un ambiente di apprendimento sicuro, espone i minori a un maggiore rischio di marginalizzazione e devianza.

Un minore che si allontana dalla scuola, rischia di rimanere senza punti di riferimento, esposto alle influenze negative del contesto urbano e più facilmente indirizzato verso l’illegalità.

L’intervento efficace deve essere multidimensionale: rafforzamento dei servizi di supporto psicologico e sociale per le famiglie, potenziamento dei programmi di prevenzione nelle scuole, creazione di opportunità educative e ricreative alternative per i giovani a rischio, e un’azione di contrasto decisa nei confronti delle organizzazioni criminali che sfruttano la vulnerabilità dei minori.

Solo un impegno condiviso e costante potrà spezzare la spirale di violenza e degrado che minaccia il futuro di questi ragazzi.

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